Controlli e liti

Riscossione, nuova moratoria ma notifica delle cartelle sospese fino al 31 dicembre 2022

Per le cartelle sospese dall’8 marzo pagamenti entro il 31 gennaio 2021. Resta la scadenza del 10 dicembre per la pace fiscale

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Nuovo pit stop per la riscossione coattiva. Il Governo, dopo aver respinto al mittente le richieste della sua stessa maggioranza, con Italia Viva in testa, e il pressing di Forza Italia e Lega, ha bloccato dal 16 ottobre fino al 31 dicembre 2020 la notifica di circa 11 milioni di nuove cartelle esattoriali, il pagamento di quelle già inviate ai contribuenti prima dell’8 marzo e le procedure di pignoramento di stipendi e pensioni. Un rinvio che rappresenta una vittoria piena per Italia Viva che con Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze della Camera, negli ultimi vertici di maggioranza ha sostenuto la necessità di una nuova sospensione della riscossione, chiedendo al Governo un maggiore realismo soprattutto alla luce della nuova evoluzione della crisi sanitaria: «Non sappiamo ancora se questi ultimi due mesi del 2020 saranno uguali, migliori o peggiori di quelli vissuti finora. Perché allora sospendere la moratoria e recapitare milioni di cartelle a cittadini e imprese».

Il nuovo Dl approvato sabato notte è stato accolto con favore anche dall’opposizione che con Sestino Giacomoni ricorda come la sospensione della riscossione sia stata chiesta da Forza Italia a più riprese nel corso della conversione del decreto Agosto: «Una misura necessaria per sostenere il sistema produttivo e ridurre le difficoltà che i cittadini stanno affrontando sul piano economico a causa del riacutizzarsi della crisi sanitaria».

Le coperture

A bloccare il Governo sulla possibilità di una nuova moratoria della riscossione coattiva erano soprattutto i costi e l’assenza, almeno nel corso dell’iter di approvazione del decreto agosto, delle risorse necessarie. Risorse ora recuperate tra le pieghe del bilancio 2020 e che si attestano, complessivamente, tra sospensione dei pagamenti, verifiche e pignoramenti, in 316 milioni di euro di minor gettito da riscossione. Di questi, 166 milioni sono riferiti ai crediti maturati dall’Erario, 109 milioni sono crediti di enti previdenziali e 40 milioni di enti locali.

Coperture che consentono anche di sospendere, sempre fino al 31 dicembre, l’obbligo a carico delle Pa di verificare se i propri creditori hanno cartelle o ruoli prima di procedere ai pagamenti superiori a 5mila euro.

Notifiche congelate

Ma cosa prevede in dettaglio il decreto? Si parte con il rinvio al 31 dicembre 2020 della sospensione dei versamenti delle cartelle, nonché dagli avvisi esecutivi relativi alle entrate tributarie e scaduti a partire dall’8 marzo 2020 o dal 21 febbraio 2020 per i debitori che hanno la residenza o la sede operativa nei Comuni della ex “zona rossa”.

Bonus di dieci rate

Non solo. Con lo stesso decreto slitta a fine anno la possibilità di beneficiare così del bonus di 10 rate non pagate (di regola sono 5), anche non consecutive, prima di decadere dalla dilazione dei pagamenti accordata dall’agente pubblico della riscossione. Unica condizione posta per il bonus è presentare richiesta di rateizzazione delle somme iscritte a ruolo entro il nuovo termine del 31 dicembre 2020.

Versamenti entro fine gennaio

In stand by anche i versamenti delle cartelle notificate prima dell’8 marzo: sia per chi ha scelto le rate sia per chi ha scelto la soluzione unica bisognerà recuperare tutti gli arretrati entro il 31 gennaio 2021, ossia entro la fine del mese successivo al termine della moratoria. Non cambia, invece, il termine per rottamazione e saldo e stralcio. In questo caso le rate in scadenza nel 2020 e non versate finora andranno saldate entro e non oltre il 10 dicembre. Una data che non ammette deroghe perché non ci sarà neanche il salvagente del lieve inadempimento. E una data chiave per quantificare gli incassi 2020 della riscossione che proprio dal pacchetto della pace fiscale attendono un gettito di 2,4 miliardi.

Stipendi e pensioni al riparo

Due mesi e mezzo in più anche per la sospensione dei pignoramenti presso terzi. Il decreto legge, infatti, differisce al 31 dicembre 2020 la sospensione degli obblighi di accantonamento per bloccare presso i datori di lavoro o gli enti di previdenza le somme dovute per stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a licenziamenti, nonché le somme dovute a titolo di pensione, indennità o di assegni di quiescenza.

Stop anche a fermi e ipoteche

L’ulteriore estensione della moratoria fino al termine dell’anno porta con sé il congelamento anche delle misure cautelari. Niente avvio, quindi, di fermi amministrativi (le tanto temute «ganasce fiscali» alle auto) né iscrizioni di ipoteche da parte dell’agente della riscossione a tutela dei crediti da recuperare.

Più tempo per l’invio

Per la nuova sospensione concessa il Fisco si prende un anno in più per notificare gli atti. Il decreto, infatti, prevede che, in deroga allo Statuto del contribuente, slittano di 12 mesi i termini di decadenza e prescrizione in scadenza nell’anno 2021 per la notifica delle cartelle di pagamento. Viene anche precisato che, per i termini di decadenza e prescrizione in scadenza nell’anno 2020 per la notifica delle cartelle di pagamento in tutta l’area del Paese, la proroga di questi termini è al 31 dicembre del secondo anno successivo alla fine del periodo di sospensione, ossia al 31 dicembre 2022 (articolo 12, comma 2, del Dlgs 159/2015).

Infine, per i carichi, tributari e non, affidati all’agente della riscossione durante il periodo di sospensione, è prorogato di 12 mesi il termine entro il quale l’agente della riscossione deve notificare la cartella per il riconoscimento del diritto al discarico per inesigibilità.

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