Imposte

Patto di famiglia tassato anche se c’è contratto parasociale

Senza il trasferimento del controllo societario non si applica l’esenzione

Il patto di famiglia è tassato e, quindi, non si applica l’esenzione dall’imposta di donazione prevista per il caso del trasferimento del controllo di «diritto» della società, se il padre trasferisce a ciascuno dei suoi tre figli la piena ed esclusiva proprietà del 25% del capitale sociale di una società di capitali e i figli stipulano tra loro (successivamente al patto di famiglia) un contratto parasociale che li vincola ad adottare all’unanimità qualsiasi decisione gestionale e a non vendere la loro quota di partecipazione ottenuta con il contratto recante il patto di famiglia.

Lo ha deciso la Cassazione nella sentenza 6591/2021, in un caso nel quale, in data immediatamente successiva alla stipula di un patto di famiglia, i tre figli dell’imprenditore (complessivamente titolari del 75% del capitale sociale di una società per azioni, attribuito loro non in comunione indivisa, ma mediante la formazione di tre pacchetti di azioni, ciascuno raggruppante il 25% del capitale sociale e attribuito in proprietà esclusiva a ognuno dei tre figli) avevano stipulato un patto parasociale nel quale avevano convenuto:

a) di adottare all’unanimità le decisioni inerenti a qualunque atto di ordinaria o straordinaria amministrazione e qualsiasi decisione nelle assemblee e negli organi amministrativi della società;

b) l’impegno a non recedere dal patto parasociale per sua intera durata, fissata nel massimo previsto dalla legge pari a cinque anni, alla cui scadenza le parti avrebbero potuto rinnovare il patto stesso;

c) il divieto di alienare tutte le azioni per un periodo pari alla durata del patto parasociale;

d) il reciproco diritto di prelazione in caso di alienazione delle azioni in data posteriore alla cessazione della vigenza del patto parasociale.

La Cassazione decide che il trasferimento oggetto del patto di famiglia concernente le quote di partecipazione in una società di capitali è esente da imposta di donazione (ai sensi dell’articolo 3, comma 4-ter, del Dlgs 346/1990, il testo unico dell’imposta di donazione e successione), se viene trasferito il controllo “di diritto” della società, vale a dire (ai sensi dell’articolo 2359, comma 1, n. 1), del Codice civile) una quota di capitale sociale che attribuisce la maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria.

Pertanto, secondo la Cassazione, se è vero il 75% del capitale sociale che sia trasferito a tre figli in comunione tra loro (con il conseguente loro obbligo di nominare un «rappresentante comune»: articolo 2347 codice civile) è una situazione nella quale il beneficio dell’esenzione si rende applicabile, l’esenzione non è applicabile se il padre trasferisce ai tre figli una quota del 25% in proprietà esclusiva, pur se essi si vincolano a un patto parasociale.

La ragione è che, in materia tributaria, le norme recanti esenzioni o agevolazioni sono di stretta interpretazione e non è consentito ricorrere al criterio analogico o all’interpretazione estensiva della norma oltre i casi e le condizioni espressamente considerati dalle norme agevolative.

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