Imposte

La chance del bonus Ace per fronteggiare la crisi di liquidità

Come tutti ricordano, la manovra 2020 (articolo 1, comma 287, della legge 160/2019) ha reintrodotto l’agevolazione Ace, stabilendo che l’aliquota percentuale per il calcolo del rendimento nozionale del nuovo capitale proprio è fissata all’1,3 per cento.

Nel contesto attuale, fortemente debilitato dall’emergenza sanitaria Covid 19, le imprese di qualsiasi dimensione - non solo quelle in contabilità semplificata - si trovano nella difficoltà di dover gestire la situazione economica contingente e ottemperare agli adempimenti fiscali e contributivi ordinari.

In questo contesto così difficile, è essenziale mantenere e incentivare gli strumenti di attrazione del nostro Paese, anche per gli investimenti provenienti da altre giurisdizioni. Da un lato, dunque, andrebbero premiate gli imprenditori che investono risorse nelle proprie aziende; dall’altro, andrebbero incentivati quei soggetti che, da altri Paesi, vogliono investire in attività imprenditoriali localizzate in Italia.

Fatte queste premesse, riteniamo che un aumento della percentuale di rendimento nozionale del capitale proprio ai fini Ace possa consentire di realizzare entrambi gli obiettivi sopra enunciati. La proposta, in particolare, è portarla al 4,75% - la percentuale più alta che è stata accordata alle imprese nel periodo di vigenza dell’agevolazione - almeno per il periodo di imposta in corso e per quello successivo.

L’intervento dovrebbe, soprattutto in questa situazione , assumere forma semplificata, modificando esclusivamente il “rendimento” del capitale proprio (dall’1,3 al 4,75%) senza modificare gli altri meccanismi della disposizione, e dunque “premiando” tutte le variazioni in aumento del capitale proprio successive al 31 dicembre 2010. Naturalmente la variazione del “rendimento” dovrebbe sostituire l’aliquota del 1,3% per il periodo di vigenza della disposizione straordinaria, che dovrebbe riguardare - per poter avere un concreto impatto sul tessuto economico di riferimento - almeno due periodi di imposta (quello in corso e il successivo).

L’agevolazione con rendimento maggiorato premierebbe anche le imprese che non hanno effettuato, nel corso di questo periodo d’imposta e nel successivo, immissioni di risorse finanziarie capaci di determinare variazioni di capitale proprio ai fini Ace, avendo però gia compiuto nei periodi di imposta precedenti e in misura incrementale rispetto alla situazione di partenza tali iniezioni di capitale (a patto, naturalmente, di aver distratto a favore dei soci risorse necessarie all esercizio dell’attività di impresa in una fase come quella attuale).

L’idea è che questa semplice proposta potrebbe offrire uno shock positivo al sistema industriale italiano, con una disposizione semplice che si inserisce su meccanismi normativi già conosciuti dai contribuenti e da chi deve poi controllare il loro corretto utilizzo.

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