Professione

Quattromila ingressi nei centri per l’impiego

di Gianni Bocchieri

Le Regioni potranno complessivamente assumere fino a 4mila persone destinare ai centri per l’impiego (Cpi), secondo una ripartizione che dovrà essere definita da un decreto del ministro del Lavoro, previa intesa in sede di Conferenza unificata.

Per queste assunzioni, la legge di bilancio 2019 stanzia 120 milioni di euro per quest’anno e 160 milioni di euro per il 2020, che dovranno essere attinti dal fondo appena costituito per il reddito di cittadinanza comprensivo delle risorse destinate al rafforzamento dei centri per l’impiego.

Dal 2021, completato il potenziamento, il personale aggiuntivo sarà direttamente finanziato con le risorse del fondo per il reddito di cittadinanza, che ammonterà a 8,3 miliardi.

Questo nuovo finanziamento stabile si aggiunge a quello disposto dalla legge di bilancio dello scorso anno (legge 205/2017) che ha stanziato 251 milioni di euro all’anno (di cui 235 per i circa 8mila dipendenti a tempo indeterminato e 16 milioni per quelli a tempo determinato e per i collaboratori coordinati e continuativi) per la cosiddetta “regionalizzazione” degli ex dipendenti provinciali dei centri per l’impiego, prevista dal decreto legislativo 150/2015.

La legge di bilancio 2019 interviene indirettamente anche sul modo in cui è stata realizzata la stessa “regionalizzazione”, precisando che i dipendenti dei centri per l’impiego possono rimanere nell’organico dei rispettivi enti di appartenenza (Province o città metropolitane) a cui è eventualmente delegata la funzione di gestione dei servizi per l’impiego con legge regionale.

Viene così superata quella iniziale incertezza interpretativa sulla possibilità per le Regioni di delegare le funzioni di gestione dei Cpi e dei servizi per il lavoro secondo le prerogative costituzionali ( articoli 117 e 118 della Costituzione), essendo invece già pacifica la possibilità di costituire agenzie regionali in cui far confluire gli stessi ex dipendenti delle Province assegnati alle funzioni di gestione delle politiche per il lavoro.

A questo potenziamento del personale dei centri per l’impiego si aggiunge il «piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro», approvato in Conferenza unificata il 21 dicembre 2017, che però non ha ancora determinato nessuna delle previste 1.600 assunzioni a tempo determinato, per rafforzare la capacità amministrativa dei Cpi.

Pertanto, al fine di arrivare in tempo per l’annunciata partenza, ad aprile, del reddito di cittadinanza , le Regioni potranno avviare subito le procedure selettive previste dal Piano approvato lo scorso anno.

Dovranno invece attendere gli altri provvedimenti di disciplina del reddito di cittadinanza e di riparto delle nuove unità di personale a tempo indeterminato per ciascuna Regione, con i quali dovrà anche essere definita la destinazione delle restanti risorse dedicate al potenziamento dei Cpi, pari a 880 milioni per il 2019 e a 840 milioni per il 2020, oltre alla specifica dotazione individuata per le 4mila assunzioni.

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