Adempimenti

E-fattura verso un debutto graduale e con incentivi

di Andrea Marini e Giovanni Parente

La politica raccoglie l’assist dei commercialisti sull’obbligo di fattura elettronica tra “privati” e apre alla possibilità di un debutto graduale e all’introduzione di incentivi. Due delle dodici proposte presentate ieri dal presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani agli Stati generali di Roma.

A ritenere ragionevoli le richieste della categoria è stato prima di tutto il viceministro dell’Economia, Luigi Casero per il quale è «opportuno ragionare anche su un intervento parziale per una dilatazione dei tempi». E ha annunciato nel giro di un mese «interventi operativi» in questa direzione.

Favorevole a un meccanismo meno rigido di entrata in vigore anche Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia: «La fatturazione elettronica è il futuro, ma deve essere introdotta attraverso incentivi. Si può fare scaglionandone l’adozione, in base alla dimensione dell’azienda. Serve un cambiamento strutturale del regime fiscale: la nostra proposta è la flat tax, un’aliquota unica per famiglie e imprese, no tax area a 12 mila euro, revisione degli sconti fiscali, emersione del sommerso con una seria lotta all’evasione. Sarà una vera e propria rivoluzione per i cittadini e per il Paese, e per attuare questo nostro progetto avremo bisogno dell’aiuto dei professionisti, i commercialisti e gli esperti contabili in testa». Il tutto con un orizzonte temporale che potrebbe vedere un intervento già entro l’estate, con un decreto legge nel caso il centrodestra vincesse. Anche per Marco Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia, la fattura elettronica va introdotta «con premialità e non deve essere un costo per chi deve adeguarsi».

Per Chiara Gribaudo, responsabile lavoro del Pd, «sulla fatturazione elettronica ci giochiamo un pezzo di futuro. Per le piccole e medie imprese non credo serve una forma di coercizione, ma una regola va data. Sullo spesometro ci sono state correzioni: è stato vissuto come un autogol, è stato dato troppo ascolto alle burocrazie». Infine, ha rivendicato il risultato ottenuto sull’equo compenso e ha preso un impegno: «Un tema su cui è necessario un intervento è la doppia tassazione sui rendimenti che riguarda le Casse professionali».

Laura Castelli (protagonista di un botta e risposta con la platea dopo la frase «ho lavorato in uno studio pur non essendo commercialista»), deputata del M5S, ha messo l’accento sulla necessità di diminuire la pressione fiscale: «Con il nostro programma puntiamo a ridurre a tre gli scaglioni, e ad ampliare la no tax area. Le coperture ci sono e si tratta di 3,5 miliardi di euro», ha aggiunto, dicendosi poi «d’accordo» con i commercialisti in merito alla loro proposta di istituire un’Autorità di garanzia del contribuente. A tal proposito Miani ha proposto che sia «dotata di poteri sanzionatori e coercitivi» e che le si affidino competenze su «gestione degli interpelli, adesione e mediazione, in modo da assicurare l’effettiva terzietà degli istituti».

La questione fiscale è stata ripresa anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha rivendicato la proposta della flat tax: «La tassa unica c’è in 40 Paesi al mondo, combatte davvero l’evasione fiscale, semplifica» e «restituisce la dignità ai commercialisti di svolgere il loro lavoro». Inoltre, Salvini ha criticato il codice degli appalti e l’antiriciclaggio, annoverandoli tra le «norme belle sulla carta che però complicano la vita».

A illustrare il suo progetto di flat tax anche Enrico Zanetti di Noi con l’Italia, che ha poi ha criticato la cosiddetta «caccia al gettito di chi è già emerso: si contestano errori formali che finiscono per distruggere il nostro tessuto economico». Federica Chiavaroli, esponente di Civica Popolare (guidata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin), ha rivendicato le tasse tagliate negli ultimi cinque anni (dall’Imu alla componente lavoro dell’Irap) e ha proposto di «lavorare sulla riduzione delle aliquote Irpef e varare il quoziente familiare».

Mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando (Pd), intervenuto in veste istituzionale, ha annunciato che l’ufficio legislativo del suo dicastero ha avviato l’iter che porterà alla revisione del Dm 140/2012 sui parametri. Ma soprattutto ha invitato a non tornare indietro sul tema delle professioni: «Bisogna lavorare di più sulle specializzazioni, sulla formazione e sulla deontologia».

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