Il CommentoControlli e liti

Eccedenze di giudici tributari valutate su dati non oggettivi

La presidente dell’Amt critica sulla delibera del Cpgt che non ha considerato i 15 milioni di cartelle in arrivo

di Daniela Gobbi

L’organo di autogoverno dei giudici tributari ha approvato le delibere 1619/2019 e 538/21 con le quali prevede la riduzione del numero di sezioni delle commissioni tributarie definite con il Dm 2018, noto come decreto Visco. Entrambe le delibere rideterminano un’eccedenza di sezioni e conseguentemente di presidenti, vicepresidenti e giudici (in totale circa 706). La proposta di revisione delle sezioni investe tutte le Commissioni, anche se in misura diversa, perché il calcolo è stato effettuato assumendo quale parametro di riferimento il numero delle pendenze. Ipotizzato un numero minimo di provvedimenti da depositare nell’anno (circa 120/130 a giudice) il Cpgt è pervenuto ad una rivisitazione della pianta organica. Questo metodo ha comportato la contrazione del numero delle sezioni, paradossalmente, nelle Commissioni più virtuose, in quelle che hanno prodotto un maggior numero di sentenze.

I provvedimenti approvati dal Cpgt sono fonte di preoccupazione presso i giudici che si vedono, così, penalizzati per il lavoro svolto e per i presidenti di sezioni e i vicepresidenti che potrebbero essere privati delle mansioni che ricoprono. La recente risoluzione 4 adottata a fine 2020, anno della pandemia, ha infatti previsto il reimpiego dei giudici soprannumerari ( presidenti e vicepresidenti) appartenenti alle sezioni destinate ad essere soppresse, per i quali si prevede un utilizzo a rotazione (ogni tre o sei mesi), con cariche di grado inferiore a quelle attualmente rivestite: presidenti declassati a vicepresidenti o a giudice; vicepresidenti declassati a giudice. Ad avviso di Amt si tratta di una proposta inaccettabile, non solo per l’immodificabilità in peius della qualifica, ma perché è il risultato di una valutazione che ha come parametro di riferimento un dato non oggettivo e comunque destinato a variare. Il Cpgt ha tenuto conto che la crisi pandemica ha determinato il blocco degli accertamenti e neppure che i provvedimenti legislativi di rottamazione delle cartelle intervenuti nel 2019 hanno comportato un notevole calo di contenzioso. La situazione è destinata a cambiare: l’agenzia delle Entrate Riscossione ha preannunciato l’invio di 15 milioni di cartelle.

I giudici sperano che la Commissione interministeriale (che in questi giorni sta operando per la riorganizzazione del sistema Giustizia tributaria), l’unica che ha il potere di esprimersi sulla formazione delle Commissioni (articolo 1, comma 4 del Dlgs 545/92), non faccia propria la proposta del Cpgt configurando l’ingresso in soprannumero di un elevato numero di presidenti e vicepresidenti i quali si vedrebbero privati della qualifica. Amt si augura che il Cpgt, al quale ha trasmesso un proprio studio, riveda la risoluzione 4/2020 e le delibere 1619/2019 e 538/2021 che prospettano la riduzione della pianta organica, in misura che appare assolutamente non in linea con gli scopi che si è dichiarato di voler perseguire e che porti a compimento il concorso 2018 (i vincitori sono ancora in attesa della nomina).

L’autrice è presidente Associazione magistrati tributari (Amt)