I temi di NT+Le massime di Cassazione

Cassazione, le massime su induttivo, violazione adempimenti formali e legittimo affidamento

di Ferruccio Bogetti e Luca Benigni

Non si deduce per la prima volta in appello l’intervenuta compensazione

Nel processo tributario non può essere sollevata per la prima volta nel giudizio di appello l’eccezione di intervenuta compensazione sollevata dall’amministrazione con riferimento a controcrediti vantati nei confronti del contribuente/ricorrente che è titolare di un credito Iva chiesto a rimborso. Se anche e per mera difesa l’amministrazione contesta per la prima volta nel giudizio di appello la sussistenza dei fatti costitutivi del diritto vantato dal contribuente e/o la qualificazione ad essi attribuita, non le è mai possibile far valere un fatto giuridico nuovo, avente efficacia modificativa o estintiva, della pretesa avanzata nei suoi confronti nel giudizio di primo grado dal contribuente.

Cassazione, sentenza 16095/2022

L’adesione sull’accertamento induttivo non stoppa il rimborso Iva dell’immobile ristrutturato

L’accertamento con adesione riferito a Iva a debito conseguente a un accertamento induttivo del reddito e del volume d’affari realizzato non preclude al contribuente di richiedere il rimborso dell’Iva a credito maturata per la ristrutturazione di immobili locati di sua proprietà. Infatti l’accertamento con adesione è una forma di esercizio del potere impositivo non assimilabile, in quanto tale, ad un atto di diritto privato e quindi esso non ha natura di atto amministrativo unilaterale né di contratto di transazione. Stante infine la disparità delle parti e l’assenza di discrezionalità in ordine alla pretesa tributaria, l’adesione all’accertamento induttivo non blocca il rimborso dell’Iva a credito insorta nel medesimo periodo d’imposta per cui è stato stipulato.

Cassazione, sentenza 16104/2022

La violazione degli obblighi formali Iva a volte diventa sostanziale

Il mancato rispetto degli obblighi formali dell’operazione può causare la perdita del diritto alla detrazione dell’Iva se la violazione commessa ha quale conseguenza quello di impedire che venga fornita la prova certa del rispetto dei requisiti sostanziali. Per mantenere il diritto alla detrazione dell’Iva non rileva tanto la natura, formale o sostanziale, degli obblighi violati, bensì gli effetti che la violazione determina, ovvero se impedisce che venga fornita la prova certa del rispetto dei requisiti sostanziali oppure se finalizzata palesemente all’evasione d’imposta.

Cassazione, ordinanza 16489/2022

L’omessa stipula dell’intesa costituzionale non blocca alla confessione l’esenzione Tari e Tarsu

Laddove il singolo Comune lo abbia previsto nel proprio regolamento comunale, il giudice tributario è legittimato ad applicare l’esenzione di Tari e Tarsu per gli edifici adibiti a culto religioso anche se la singola confessione religiosa che li utilizza non ha ancora stipulato le intese di cui al terzo comma dell’articolo 8 della Costituzione, perché nell’accertare se una determinata comunità sociale può qualificarsi come religiosa, il giudice tributario infatti può avvalersi di alcuni indici presuntivi. In primo luogo la sussistenza del riconoscimento in base all’articolo 2 della legge 1159/1929, in secondo luogo la circostanza che la stessa intesa (articolo 8, comma 3, della Costituzione) sia in fase di perfezionamento e in terzo luogo attraverso la preventiva disamina dello statuto dal quale può emergere il suo carattere religioso.

Cassazione, sentenza 16641/2022

Per l’operazione elusiva mai l’attenuante sanzionatoria da incertezza normativa

Ai fini sanzionatori in un’operazione elusiva non può mai ravvisarsi l’incertezza normativa oggettiva, dovuta all’impossibilità di individuare con sicurezza e univocamente la norma giuridica nel cui ambito il caso di specie è sussumibile. Questo in quanto l’operazione tendente all’elusione del tributo si connota per un particolare approfondimento della normativa vigente e dunque si fonda proprio su una piena conoscenza di essa.

Cassazione, sentenza 16675/2022

Eventi con durata pluriennale in un unico periodo d’imposta

L’efficacia del giudicato, formatosi con riferimento ad un anno d’imposta, può estendere i suoi effetti anche ad ulteriori annualità, precedenti o successive, nel caso in cui emergano fatti che, per legge, hanno durata pluriennale e come tali sono idonei a produrre effetti lungo un arco temporale che comprende più periodi d’imposta. Ciò perché in deroga al principio dell’autonomia dei periodi d’imposta i fatti che, per legge, hanno durata pluriennale e/o sono idonei a produrre effetti lungo un arco temporale che comprende più periodi d’imposta, possono essere considerati, ai fini processuali, come un unico periodo d’imposta.

Cassazione, sentenza 16684/2022

Il legittimo affidamento salva la delibera favorevole al contribuente

Può dispiegare i suoi effetti retroattivamente dall’inizio dell’anno d’imposta medesimo la delibera adottata dal Consiglio provinciale che, nel corso dell’anno d’imposta, elimina la riduzione, originariamente approvata, del venti per cento della Ipt (Imposta provinciale trascrizione) per scongiurare la cosiddetta riscossione in regime «sotto soglia statale». Anche se il Consiglio provinciale provvede, in autotutela, a ripristinare la tariffa base stabilita con decreto ministeriale al fine di evitare la definizione di ciascun rapporto tributario in base ad un atto amministrativo originariamente adottato «contra legem», non può ritenersi infatti violato il principio del legittimo affidamento recato dallo Statuto del contribuente.

Cassazione, ordinanza 16691/2022