Imposte

Villette, Iacp e Onlus: maggioranza al lavoro per riaprire i termini

Pressing sulle unifamiliari ma il Governo è pronto a sbarrare la strada

di Giuseppe Latour

Un pacchetto di deroghe mirate al divieto di cessione dei crediti e sconto in fattura, scattato il 17 febbraio scorso: potrebbe comprendere l’edilizia residenziale pubblica (gli Iacp) e il terzo settore. Con il passare dei giorni, e come anticipato ieri sulle pagine del Sole 24 Ore, prendono consistenza sempre maggiore le modifiche allo studio per il decreto cessioni, in discussione in commissione Finanze alla Camera. E, dal relatore del provvedimento Andrea De Bertoldi, arriva un «moderato ottimismo», mentre procede il lavoro sulle proposte della maggioranza, che dovranno essere presentate entro il 7 marzo. Nel pacchetto potrebbe entrare, ancora una volta, la proroga per il termine fissato al 31 marzo prossimo per il superbonus 110% delle villette. Difficile, però, che il Governo lasci spazio a questa ipotesi.

L’obiettivo principale, allora, sarà risolvere tutti quei casi problematici nei quali la fase transitoria del provvedimento abbia lasciato opere avviate senza cessioni. Si studia, così, una soluzione per il sismabonus acquisti (e il bonus ristrutturazioni al 50%) per i quali la sola registrazione del preliminare non sia arrivata entro il termine del 16 febbraio. Ma c’è anche tutto il filone legato all’edilizia libera: chi ha pagato acconti, ad esempio su caldaie e infissi, entro i termini ma non ha iniziato i lavori prima dell’arrivo del decreto cessioni. Per questi cittadini ci dovrebbe essere la possibilità di provare, con data certa, i pagamenti o la firma di un contratto, restando comunque nel vecchio regime.

Sul tavolo, poi, c’è anche il termine del 31 marzo, limite entro il quale è necessario comunicare alle Entrate le opzioni relative al 2022, ma anche le rate residue relative al 2020 e al 2021. Difficile fare queste comunicazioni con un mercato degli acquirenti totalmente bloccato. Qui, però, i problemi sono diversi, perché la raccolta dei dati di Eurostat impone di evitare ulteriori rinvii. Una soluzione, ipotizzata in sede parlamentare, ma da approfondire in sede tecnica, potrebbe far ammettere al beneficio le domande di cessione già inviate alle banche e in attesa di accettazione dagli istituti.

Resta, infine, aperto il problema degli incapienti, i contribuenti che non possono beneficiare delle detrazioni, in assenza di cessioni e sconti, non avendo imposte da pagare. Anche qui la strada è in salita: difficile trovare una soluzione già nella conversione del decreto n. 11/2023.

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