I temi di NT+Il caso operativo

Rivalsa da accertamento: esterometro da gestire con fattura semplificata

La procedura da seguire per addebitare ai clienti Ue l’imposta versata all'Erario

di Simona Ficola

IL CASO. Una Srl ha ricevuto, per l’anno di imposta 2020, un avviso di accertamento per aver erroneamente emesso fatture per prestazioni di servizi, resi verso committenti Ue, senza applicazione dell’Iva ai sensi dell’articolo 7-ter. L’Agenzia ha riqualificato tali servizi come rilevanti in Italia e, pertanto, ha richiesto l’Iva sulle fatture.

La società ha definito l’accertamento, pagando imposta, sanzioni e interessi e, a seguito del pagamento, intende rivalersi verso i propri clienti unionali, ai sensi dall’articolo 60, comma 7, del decreto Iva.

Si chiede di conoscere le modalità di emissione della fattura per la rivalsa da accertamento.

1. L’emissione della fattura o nota di debito di sola Iva

Nel caso prospettato, la Srl italiana può procedere alla emissione della fattura oppure della nota di variazione in aumento, per rivalersi sui propri clienti, addebitando l’imposta che ha versato all’Erario a seguito dell’accertamento.

Da un punto di vista generale, il cliente che riceve il documento e provvede al pagamento dell’imposta potrà procedere ad esercitare il diritto a detrazione.

Nel caso di specie, trattandosi di clienti comunitari, questi ultimi potranno presentare istanza di rimborso al Centro operativo di Pescara, se non sono identificati in Italia.

2. Dati da indicare per la rivalsa

La rivalsa sul cliente può essere effettuata solo a seguito del pagamento dell’imposta all’Erario. Nella fattura o nota di debito il prestatore dovrà indicare le fatture originariamente emesse, nel caso di specie, senza applicazione dell’Iva e dovrà indicare altresì gli estremi identificativi dell’atto di accertamento.

3. Modalità di emissione della fattura o nota di debito

La Srl italiana dovrà emettere la fattura o la nota di variazione in modalità elettronica, indicando l’ammontare dell’Iva non addebitata nella originaria fattura.

Dal punto di vista tecnico, così come indicato nella Faq n. 27 presente sul sito dell’Agenzia, è possibile procedere con l’emissione di una “fattura semplificata”, in cui occorre inserire gli estremi della fattura che si vuole rettificare (blocco 2.1.2 della rappresentazione tabellare della fattura), per non violare il controllo sull’importo massimo; questi dati possono essere inseriti selezionando «Dati Fattura Rettificata» nella sezione «Dati della fattura».

Occorrerà poi valorizzare il dato dell’importo (elemento 2.2.2 della rappresentazione tabellare della fattura) e il dato dell’imposta (elemento 2.2.3.1 ) entrambi con l’importo della variazione.

Nel caso di specie, trattandosi di variazione della sola Iva, il valore dell’importo e quello dell’imposta coincidono, affinché il totale del documento sia esattamente pari all’ammontare della sola Iva oggetto di rivalsa.

Non occorrerà, invece, valorizzare il dato dell’aliquota (elemento 2.2.3.2 della rappresentazione tabellare).

Il caso operativo qui presentato è uno dei temi di Master Telefisco, il percorso di formazione del Sole 24 Ore.

Gli altri casi operativi sono raccolti in questa sezione.