Imposte

Entrate tributarie, rimbalzo di 15 miliardi anche con il caro vita

Dipartimento delle Finanze: nei primi quattro mesi del 2022 l’Erario incassa più Iva per effetto dell’inflazione e con l’aumento dei prezzi dell’energia

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Tornano a correre le entrate tributarie. Nei primi quattro mesi dell’anno fanno registrare complessivamente un maggior gettito del 10,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi a 148,311 miliardi pari a oltre 14,2 miliardi di maggior gettito. Un rimbalzo sostenuto da più fattori. In prima battuta la ripresa dei versamenti dopo i continui rinvii dei versamenti legati alla pandemia e alle restrizioni e che certamente contribuiranno a far lievitare ancora le entrate tributarie panche per i prossimi mesi.

Altri elementi determinate per la ripresa degli incassi fiscali sono stati, gioco forza, l’impennata dell’inflazione e il caro energia che hanno spinto in misura consistente (+21,5%) la crescita dell’Iva che si è attestata al 30 aprile scorso a oltre 8 miliardi. Di questi, 5,6 miliardi (+17,2%) sono legati agli scambi interni e dunque alla crescita dei prezzi, con i servizi privati cresciuti del 17,6%, il commercio in aumento del 15,5% e l’industria con un più 19,3 per cento. I restanti 2,3 miliardi della maggiore Iva arrivano invece dalle importazioni. Un dato che se rapportato a quello del 2021 si traduce in +55,1% soprattutto per l’impennata del prezzo del petrolio che ad aprile, a causa anche della guerra in Ucraina e delle relative sanzioni nei confronti di Mosca, ha «evidenziato una crescita tendenziale del 62 per cento».

Un buon contributo alla ripresa delle entrate tributarie è arrivato anche dal caro energia. Ai 2,3 miliardi di maggiore Iva sulle importazioni e il caro greggio, l’Erario può aggiungere oltre 1,3 miliardi di maggiori entrate sul fronte delle accise. E questo nonostante le azioni mitigatorie del governo contro il caro bollette. Dalla nota diramata ieri dal dipartimento delle Finanze, emerge infatti che l’accisa sui prodotti energetici (oli minerali) si attesta a 6,5 miliardi (+662 milioni di euro, pari a +11,2%), quella sull’energia elettrica e addizionali ammonta a poco più di un miliardo (+201 milioni, pari a +23,5%), mentre l’accisa sul gas naturale per combustione (gas metano) ha 417 milioni di gettito in più, pari a +41,3 per cento.

Il rimbalzo delle entrate tributarie nel primo quadrimestre del 2022 deriva anche da una dinamica in aumento sul fronte delle imposte dirette. A crescere è sia l’Irpef, che si attesta a 67,4 miliardi di euro con un differenziale sullo stesso periodo 2021 di oltre 1,8 miliardi (+2,8%). In aumento sia le ritenute sui lavoratori dipendenti del settore privato sia quelle sui lavoratori autonomi, mentre sono in leggero calo quelle sui dipendenti pubblici (-0,4%).

Sulle imposte relative a risparmio e investimenti si registra molto “movimento” nel confronto tra primo quadrimestre 2022 e 2021. In particolare, l’imposta sostitutiva sui redditi di capitale e sulle plusvalenze si attesta a 2,1 miliardi con un balzo in avanti di 1,3 miliardi (+165,3%). Per il dipartimento delle Finanze l’incremento si spiega in particolar modo con l’«andamento favorevole del mercato del risparmio gestito per il 2021 che ha evidenziato una crescita consistente della raccolta netta rispetto al 2020, sia un’elevata redditività degli investimenti». Raddoppia il valore dell’imposta sostitutiva sull’attivo dei fondi pensione (da 1 a 2 miliardi) come conseguenza del miglioramento sia delle posizioni presso le forme pensionistiche complementari sia dei rendimenti.

In ripresa anche il capitolo delle entrate etichettabile come lotta all’evasione. Dall’attività di accertamento e controllo sono, infatti, arrivati 4,1 miliardi di euro, con una crescita di quasi 1,8 miliardi (+76,7%). La variazione più ampia si è manifestata sul versante delle imposte dirette che crescono di 1,4 miliardi mentre le imposte indirette recuperate salgono di 400 milioni. Va, però, fatta una precisazione: il 2021 era caratterizzato ancora dalla sospensione dei versamenti sulle cartelle di pagamento che si è protratta fino al 31 agosto dello scorso anno.

In ripresa dopo il pesante black out legato alla pandemia anche il gettito dal mercato del gioco. In quattro mesi il comparto del gaming ha garantito all’Erario poco meno di 5 miliardi di euro con una crescita del 36,8% che si traduce in 1,3 miliardi di incassi aggiuntivi.

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