Professione

Commercialisti, benefici da rapportare al reddito familiare

Le proposte del Consiglio nazionale per superare le criticità dello strumento: va subito ridotta l’aliquota del beneficio

di Federica Micardi

I commercialisti mettono sul tavolo le loro proposte per superare l'impasse legata al superbonus e alla cessione del credito. Nel corso dell’incontro di martedì scorso con il viceministro dell’Economia Maurizio Leo il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio ha evidenzia due sostanziali criticità legate al superbonus: l’effetto distorsivo e speculativo che ha avuto nel mercato, con un sostanziale aumento dei prezzi di materie prime e servizi e la spendibilità dei crediti fiscali.

Per correggere la distorsione del mercato i commercialisti propongono una riduzione graduale e progressiva dell’aliquota di beneficio fiscale perché, spiega de Nuccio «l’aver stabilito una percentuale superiore al prezzo disincentiva di fatto la libera contrattazione, come anche il controllo sulle spese, noi suggeriamo un range tra il 70 e il 90%, un passaggio che questo governo ha già colto». Bene, secondo i commercialisti l’idea avanzata dall’esecutivo di perimetrare il beneficio in rapporto al reddito familiare e di riformulare la norma, per identificare più specificatamente la tipologia di interventi.

La seconda criticità dei bonus edilizi, la più delicata, riguarda l’aspetto prettamente finanziario e la “spendibilità” del credito d’imposta. La proposta dei commercialisti, in linea con la proposta di Abi e Ance (si veda l'articolo in pagina), è quella di consentire alle banche, che sono state i principali collettori di questi crediti, di compensare, in parte, i crediti fiscali acquisiti con i debiti fiscali, propri e dei clienti. «In questo modo - afferma de Nuccio - si amplia la platea di soggetti su cui è possibile compensare, sboccando la cedibilità del credito».

Un’altra proposta dei commercialisti, legata al problema dei costi dell’energia, già presentata a settembre e rilanciata con il viceministro Leo riguarda l’introduzione di una detrazione fiscale - pari all’intersa spesa sostenuta - recuperabile in cinque anni per l’installazione di impianti per l’autoproduzione dell’energia elettrica, in modo da incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili e ridurre il costo di approvvigionamento.

Ieri il Consiglio nazionale ha incontrato la sottosegretaria all’Economia Sandra Savino per un confronto sullo status quo e sulle azioni da porre in essere nel prossimo futuro.

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