Diritto

Srl, slitta di un anno l’obbligo di sindaco

Con emendamento al decreto legge il vincolo viene legato ai bilanci 2022

di Giovanni Negri

Slitta di un anno l’obbligo di nomina del sindaco nelle Srl. Mercoledì 6 ottobre al Senato, le commissioni Giustizia e Industria , riunite congiuntamente per la conversione del decreto legge sulla crisi d’impresa, hanno approvato un emendamento che fa slittare ai bilanci relativi all’esercizio 2022, approvati nel 2023, il vincolo per le società a responsabilità limitata di dotarsi di un organo di controllo interno. Non passa invece l’altra proposta contenuta negli stessi emendamenti di ammorbidire i parametri che fanno scattare l’obbligo, rendendone assai più ardua l’applicazione. Via libera anche a un emendamento dei relatori, Stefano Collina (Pd) e Fiammetta Modena (FI), che rafforza i requisiti di garanzia di indipendenza degli esperti rispetto all’imprenditore che accede alla composizione negoziata.

Oltre al divieto di essere legato all’impresa o alle altre parti interessate da rapporti di natura personale o professionale e di non aver avuto negli ultimi 5 anni rapporti di lavoro o presenza in organi di amministrazione o controllo oppure aver avuto partecipazioni, viene infatti aggiunto che «chi ha svolto l’incarico di esperto non può intrattenere rapporti professionali con l’imprenditore se non sono decorsi almeno due anni dall’archiviazione della composizione negoziata». È battaglia invece sull’introduzione della soglia del 20% di soddisfazione dei creditori nel concordato liquidatorio introdotto dal decreto legge. Sulla misura frena uil ministero della Giustizia, ma il presidente della commissione Bilancio Daniele Pesco (M5S) chiede di recuperare una norma che «che serve a garantire i creditori da chi, facendo il furbo, usa le procedure concorsuali per evitare di pagare i debiti».

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