Professione

Studi, il praticantato ritorna in presenza

Commercialisti e consulenti del lavoro stanno revocando i provvedimenti sul tirocinio da remoto. Per gli avvocati (ma dipende dall’Ordine) resta la chance di svolgimento online o per trattazione scritta delle udienze<br/>

di Adriano Lovera

Con la fine dello stato di emergenza per il Covid, lo scorso 31 marzo, tornano alla normalità anche i tirocini per i professionisti. Ordini e consigli nazionali stanno iniziando a revocare le “vecchie” deroghe, definite in pandemia con alcuni provvedimenti.

Ad esempio, grazie al Dl 22/2020 erano stati resi possibili sia i tirocini sia gli esami di Stato da remoto per odontoiatri, farmacisti, veterinari, tecnologi alimentari, commercialisti ed esperti contabili (modalità peraltro prorogate dal decreto Milleproroghe per tutto il 2022). Quanto agli avvocati, era stata una delibera del Cnf (n. 168 del 20 marzo 2020) a invitare «gli iscritti a promuovere il lavoro da remoto anche per i tirocinanti», oltre a stabilire una serie di eccezioni rispetto agli adempimenti formativi, valide fino al 31 dicembre di quell’anno.

Consulenti del lavoro

Il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, in una nota del 17 marzo, a fronte dello stop a tutte le limitazioni degli spostamenti, ha suggerito: «Si ritiene di dover tornare a privilegiare lo svolgimento del praticantato in presenza». «Tutto è rientrato nella normalità. Quel che ancora si può svolgere a distanza, ma è una procedura già nota e slegata dal Covid, è l’anticipo di sei mesi del tirocinio, frequentato in parallelo con il corso di studi, in accordo con le università» commenta Fabrizio Bontempo, presidente dell’associazione nazionale giovani consulenti del lavoro.

Commercialisti

Anche il Consiglio nazionale dei commercialisti si è espresso in una nota, in risposta al quesito di un ordine territoriale, il 14 aprile. Il Cndcec aggiunge che nel 2020 e 2021, l’applicazione pratica delle deroghe era stata definita da appositi decreti del ministero dell’Università. Mentre per il 2022, scrivono i commissari, «non risulta essere stato adottato alcun decreto del Ministero dell’Università relativo (...) all’eventuale deroga delle modalità ordinarie di effettuazione del tirocinio per cui, in mancanza del suddetto decreto, la modalità di svolgimento del tirocinio deve considerarsi quella ordinaria, vale a dire in presenza». «A onor del vero, nei nostri studi lo smart working, dunque l’opzione del tirocinio da remoto, è rimasta una possibilità teorica, poco sfruttata. Appena le norme hanno permesso di tornare in ufficio, stretti fra scadenze e rinnovi della Cig, i commercialisti hanno ripreso l’attività in presenza» afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

Avvocati

Discorso parzialmente diverso per i praticanti avvocati. L’invito (ma non l’obbligo) al lavoro da remoto era limitato al 2020, e «in effetti, già dall’anno scorso, appena i legali sono tornati nei propri studi è tornata alla normalità anche la presenza dei tirocinanti» spiegano dall’Ordine di Milano.

Restano in vigore, però, alcune differenze rispetto al passato riguardanti i requisiti richiesti ai praticanti, in tema di udienze. In pandemia, alcuni provvedimenti (articolo 23 Dl 137/2020 e 221 Dl 34/2020) avevano modificato le disposizione processuali, favorendo il più possibile l’adozione delle udienze da remoto o delle trattazioni scritte (udienze figurate) al posto di quelle ordinarie. Alcuni Ordini provinciali, come Milano, Roma, Verona, con appositi atti scritti avevano ammesso, per estensione, che questo tipo di udienze fossero da ritenere valide per il conteggio di quelle obbligatorie per i tirocinanti, a patto naturalmente che il “dominus” attesti la partecipazione del praticante all’attività.

E considerando che l’ultimo decreto Milleproroghe (Dl 228/2021) ha prolungato fino al 31 dicembre 2022 le disposizioni processuali emergenziali non dovrebbero esserci dubbi sull’ammissibilità di queste udienze “alternative” ai fino del tirocinio, almeno per tutto il 2022. Occorre però vedere quali Ordini territoriali si siano attrezzati ad assorbire questa possibilità.

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