Imposte

Sul Fisco del terzo settore prosegue il dialogo con la Ue

Il ministro del Lavoro Calderone sottolinea l’impegno a chiudere presto

di Maria Carla De Cesari

«Il ministero del Lavoro è impegnato a proseguire e concludere la procedura per l'autorizzazione europea sul nuovo regime fiscale per il terzo settore. È indispensabile dare certezze agli enti». Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha aperto, martedì 14 febbraio a Roma, il convegno promosso dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, in collaborazione con l'Ordine di Roma e con Terzjus, l'osservatorio sul terzo settore.

Nella sala di 400 posti piena il ministro ha sottolineato il rapporto di colleganza condiviso con il pubblico. «Per 17 lunghi e bellissimi anni sono stata presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. Sono una professionista prestata a una funzione di Governo, faccio volentieri questo sacrificio al servizio di un bene più alto».

Marina Calderone, nel suo intervento, ha insistito sulle analogie tra «professione e mondo del terzo settore: tra gli elementi comuni la sussidiarietà e l'interesse generale».

«La riforma del terzo settore – ha detto ancora Calderone – è centrale perché l'azione efficace ed efficiente degli enti aiuta le persone più fragili. Tra l'altro il terzo settore sarà un cardine del progetto del Governo per contrastare la povertà. Accompagnatemi in un percorso non semplice: uniti si vince».

Un appello raccolto da Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, e da Giulio Biino, alla guida del Notariato. de Nuccio ha messo in evidenza come la riforma contenuta nel decreto legislativo 117/2017 segni un nuovo paradigma, avendo definito giuridicamente il mondo del terzo settore e avendo messo in campo strumenti premiali per gli enti che, in nome della solidarietà sociale, svolgono attività di interesse generale in un quadro di sussidiarietà.

Non mancano naturalmente le difficoltà, ha evidenziato Francesco Capogrossi Guarna, dell’Ordine dei commercialisti di Roma.

Tuttavia, si tratta di una disciplina articolata e complessa in base alla quale gli enti possono agire anche in maniera imprenditoriale, ha spiegato Michele de Tavonatti, vice presidente nazionale dei commercialisti.

La scelta del legislatore - ha ricordato Alessandro Lombardi, direttore generale del terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese presso il ministero del Lavoro - ha passato più volte il vaglio della Corte costituzionale; la disciplina unitaria del terzo settore è stata promossa poiché rientra nell’ordinamento civile. La Consulta, con una sentenza miliare, la 131/2020, ha definito il Codice come una delle più signifiative attuazioni del principio di sussidiarietà orizzontale, in particolare per gli istituti di coprogrammazione e coprogettazione tra enti e pubblica amministrazione: azioni che vanno al di là della semplice collaborazione e che si qualificano per la responsabilità condivisa rispetto all’attività.

Il terzo settore è dunque una «famiglia» delimitata all’interno del più ampio mondo non profit. I 1.400 enti che hanno risposto alla survey proposta per il secondo Rapporto Terzjus hanno lamentato un certo grado di complessità e adempimenti un po' onerosi. Tuttavia, ha ricordato Luigi Bobba, presidente di Terzjus, il Registro unico del terzo settore riceve una media di 1.400 richiesta al mese per l'iscrizione di nuove realtà. Segno, in controluce, delle aspettative da parte di un mondo composito, fatto per larga parte da piccoli enti, che scommettono sulla trasparenza e sulla responsabilità nei confronti degli stakeholder.

I relatori hanno ricostruito le varie tessere del Codice: l’iscrizione al registro e la procedura notarile per ottenere la personalità giuridica (Nicola Riccardelli, Consiglio nazionale dei notai), i principi del nuovo fisco premiante soggetto all’autorizzazione Ue (Gabriele Sepio, avvocato tributarista), le misure fiscali già in vigore (Andrea Fatarella, agenzia delle Entrate), i bilanci (Matteo Pozzoli, ufficio legislativo del Consiglio nazionale commercialisti), il ruolo dei professionisti (Federico Magliulo e David Moro, rispettivamente del Consiglio nazionale dei notai e dei commercialisti).

Nel Registro unico sono trasmigrate (dati al 12 febbraio) 91.727 posizioni che corrispondono a 59.115 enti iscritti, i dinieghi sono stati 5.902 e le posizioni ritirate 8.591. Gli enti in trasmigrazione che necessitano di integrazione del “dossier” sono 15.095. Quelli iscritti per decorrenza dei termini sono poco più di 16mila.

Da fine 2021 le istanze di nuova iscrizione sono state 19.914: le accettazioni sono state 10.382 e i dinieghi ammontano a 1.220.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©