Imposte

Padoan: «Gli incentivi Industria 4.0 devono diventare strutturali»

di Guido Gentili

Rendere strutturali gli incentivi legati a Industria 4.0. Procedere a un disboscamento della giungla di detrazioni e deduzioni. E rimodulare l’Irpef. Per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è molto lungo l’elenco delle azioni alle quali, in ambito fiscale, andrà data priorità all’inizio della prossima legislatura. Avere davanti una prospettiva di medio termine consentirà di proseguire il lavoro del Governo uscente. Anche se, più nell’immediato, le richieste della Commissione europea potrebbero costringere l’Italia a una manovra correttiva.

Signor ministro, l’economia digitale è sempre più al centro del dibattito. Entro aprile c’è la scadenza del termine per le regole operative della web tax e siamo in pieno boom sulle criptovalute. Ci sono già soluzioni in pista, tenuto conto che l’Italia è stata la prima a introdurre norme sulle criptovalute?

La web economy sta viaggiando a una velocità sorprendente e le amministrazioni pubbliche in tutti i paesi, non solo in Italia, devono recuperare terreno per riportare una tassazione equa. È un processo globale che richiede in linea di principio una soluzione globale. L’Italia è stata all’avanguardia, introducendo delle prime norme che dovranno essere completate tra qualche mese, anche in attesa di indicazioni più precise a livello internazionale, in primo luogo dalla Commissione europea. Dovremo anche continuare a portare avanti questa battaglia a livello globale, per esempio in ambito G20.

Industria 4.0 è diventata fondamentale per la politica industriale. L’utilizzo della leva fiscale è il principale veicolo per potenziare gli investimenti. C’è spazio per una defiscalizzazione strutturale?

È un’operazione strategica e la risposta è sicuramente sì. La defiscalizzazione, a parità di aliquote, quando è permanente funziona meglio e permette alle imprese di fare una pianificazione strategica. Nella legislatura che si sta concludendo, la detassazione è stata importante ma in molti casi è stata a tempo. Con un orizzonte di medio termine, all’inizio di una nuova legislatura, c’è lo spazio e il tempo per pianificare una riduzione permanente di imposte.

In queste settimane è acceso il dibattito su flat tax e rimodulazione delle aliquote. È la strada giusta per aggiornare un’imposta come l’Irpef?

La strada è quella di un abbattimento permanente delle imposte. Quindi, credibile e finanziato in modo adeguato. Nella legislatura che si sta concludendo sono state abbattute imposte per importi significativi, ben al di là dei 20 miliardi. L’inizio della nuova legislatura è l’occasione giusta per accelerare questo processo, rivedendo tutte le componenti, compresa quella dell’Irpef.

Molti partiti si soffermano sul taglio degli sconti fiscali. Però fino ad oggi la loro lista si è allungata. C’è spazio per uno sfoltimento?

Lo spazio si deve e si può trovare, per evitare un continuo accumularsi di queste misure, che hanno la funzione di una droga da cui il sistema economico fa fatica a liberarsi. Di nuovo, in una prospettiva di medio termine, c’è lo spazio per mettere mano in modo significativo alle agevolazioni. Tenendo conto dell’equità.

Un’ultima domanda sulla politica economica e sul rapporto con l’Europa. Si parla di necessità di manovre correttive. Su questa strada a che punto siamo?

Siamo a un punto di continua collaborazione. Quando ci saranno le previsioni di inverno della Commissione europea, fra un paio di mesi, Bruxelles darà la sua valutazione del nostro quadro macroeconomico. Il quadro di finanza pubblica continua ad andare nella direzione giusta, e cioè nella simultanea riduzione del deficit e del sostegno alla crescita. E io ritengo anche della riduzione del debito. Per quanto riguarda quello che ci chiederà la Commissione europea, vedremo. Si tratterà come al solito di ragionare sul fatto che l’Italia continua a rispettare i suoi impegni. Aggiungo una cosa che spesso viene dimenticata: con questa legislatura si è mantenuto sempre l’impegno di finanza pubblica annunciato, cosa che in molti anni passati non è avvenuta.

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