Imposte

Catasto: centrodestra bocciato per un voto, Lupi salva il governo

In commissione Finanze 23 a 22, decisivo un centrista che si sfila. Per la prima volta Forza Italia contro Draghi nonostante la telefonata premier-Berlusconi. Comincia una fase drammatica di instabilità

di Barbara Fiammeri

Adesso si guarda agli «strascichi». La riforma del Catasto si salva per un voto ma nella maggioranza è suonato il liberi tutti. Lega, Forza Italia hanno votato assieme a Fratelli d’Italia per cancellare la mappatura dei valori immobiliari prevista dalla delega fiscale contro il parere del Governo e il resto della maggioranza. Se non ci fosse stato il dissenso dal resto del centrodestra di Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), che già mercoledì aveva cancellato la firma dall’emendamento soppressivo, la crepa apertasi sarebbe ora una voragine. Ma questo nuovo strappo è destinato a non rimanere isolato. Lo confermano le dichiarazioni roboanti di Matteo Salvini che si è detto «esterrefatto» e ha chiesto un incontro al premier. È stato infatti proprio Mario Draghi a tenere il punto.

Il presidente del Consiglio non ha chiuso a possibili mediazioni, alla riformulazione dell’articolo 6. A patto però che non venisse snaturata la norma. La riforma del Catasto prevista dalla legge delega - ha ripetuto più volte - non solo entra in vigore nel 2026 ma fornisce una fotografia aggiormata degli immobili senza alcun effetto di carattere fiscale, per il quale sarebbe comunque necessario un ulteriore passaggio parlamentare.

È quello che in sostanza aveva sintetizzato la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra, mercoledì, quando aveva definito «dirimente» la riforma per la stessa tenuta dell’Esecutivo. Ed è quanto Draghi presumibilmente ha ripetuto anche nel corso della telefonata con Silvio Berlusconi. Era stata infatti proprio Forza Italia ad incaricarsi della mediazione fin dal giorno prima. Attorno all’ora di pranzo la delegazione azzurra guidata dal capogruppo Paolo Barelli ha varcato il portone di Palazzo Chigi per un confronto con il capo di Gabinetto, Antonio Funiciello, che assieme a Francesco Giavazzi e Simona Genovese sta tenendo le fila del dossier sul Fisco. Nel testo presentato dai forzisti al quale aveva lavorato anche la Lega la mappatura degli immobili era però scomparsa. Per Draghi era un’opzione irricevibile. Nel frattempo alla Camera erano ripresi i lavori della commissione Finanze guidata da Luigi Marattin (Iv), che ha sospeso la riunione per andare anche lui alla presidenza del Consiglio. Il risultato finale di tutto questo andirivieni è stato zero. Nessun accordo, si è andati così alla conta. Da Forza Italia sostengono che Berlusconi abbia avvertito il premier che il suo partito sulla casa non può mostrare cedimenti: «La tassazione sulla casa è una nostra battaglia identitaria, col mio governo ho tolto l’Imu». Una scelta che è stata però presa molto male dalla delegazione azzurra al Governo. Renato Brunetta l’ha definita «incomprensibile», anche perché i ministri forzisti (a differenza di quelli della Lega) avevano dato a ottobre il via libera. E in effetti lo stesso Antonio Tajani aveva sottolineato che «se fino al 2026 non ci saranno aumenti è proprio grazie a Fi».

Ovviamente a suonare i tamburi di guerra sono soprattutto i leghisti. Per Salvini l’insistenza di Draghi è «inspiegabile». Il leader del Carroccio ha chiesto un incontro al premier mentre i deputati Gusmaroli e Bitonci hanno continuato ad attaccare i partiti della inistra» che vogliono tassare le case». La risposta che arriva da Enrico Letta è gelida. «Il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto - ha detto il segretario del Pd -. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole». Anche il presidente M5s,Giuseppe Conte ha sottolineato che «di fronte a caro-bollette e a caro-benzina mettersi a discutere e rischiare di spaccare la maggioranza sul catasto non ha senso». La prossima settimana si ricomincia. Ma sulla delega fiscale adesso la strada si fa davvero in salita.

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