Finanza

Fondo Pmi con garanzie confermate a 5 milioni

<span class="argomento"/>La legge di Bilancio estende al 2023 la misura di finanziamento per affrontare la crisi e prolunga il raddoppio della dote per azienda

di Roberto Lenzi

Garanzie rinnovate fino a cinque milioni di euro per le Pmi. È l’effetto della modifica prevista nella legge di Bilancio che mantiene l’importo massimo garantito per singola impresa alla soglia attuale di 5 milioni di euro. Slitta infatti al 31 dicembre 2023 il termine finale di applicazione della disciplina transitoria del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.

Anche il termine finale di applicazione del sostegno speciale e temporaneo, da parte dello stesso fondo, istituito nel contesto delle misure di contrasto agli effetti della crisi in Ucraina e Russia viene prorogato al 31 dicembre 2023 . In questo, la norma, riprende quanto previsto dall’ultima modifica al quadro temporaneo che ha deciso la proroga alla stessa data. La legge di Bilancio prevede anche un incremento di 720 milioni di euro per l'anno 2023 della dotazione del Fondo di garanzia per le Pmi . Un importo di 80 milioni è destinato all'Ismea, l’ente statale abilitato al rilascio di garanzie gratuite per assistere le imprese agricole, forestali, della pesca, dell’acquacoltura e dell’ippicoltura.

Il Fondo di garanzia è uno strumento importante per le imprese, nel solo 2022 ha accolto oltre 272.000 domande garantendo oltre 40 miliardi di finanziamenti. Ha subìto diverse modifiche nel periodo Covid.

L’importo massimo garantito previsto per singola impresa è pari a cinque milioni di euro, prima delle modifiche introdotte per combattere la pandemia era di 2,5 milioni. Il fondo di garanzia per le Pmi può garantire fino a 80% dell’importo per tutte le operazioni di finanziamento con finalità di investimento. Sempre dell’80% è la garanzia rilasciata per le aziende che risultano in fascia 3, 4 e 5, secondo il modello di valutazione, per tutte le operazioni diverse da quelle di investimento. La garanzia scende al 60% per le aziende che risultano in fascia 1 e 2, fascia definita sempre con il modello di valutazione, per tutte le operazioni diverse da quelle di investimento.

Dal 1° luglio 2022 è stato riattivato il modello di valutazione del rischio che tiene conto sia dei dati economico-finanziari dei bilanci sia dei dati della Centrale rischi.

La valutazione non si applica alle startup innovative che possono accedere alla garanzia del Fondo senza valutazione del merito creditizio.

La garanzia del Fondo rimane a pagamento, la gratuità era stata eliminata con la legge di bilancio 2022, le Pmi, per utilizzare il Fondo dovranno versare una commissione, ad eccezione delle startup e delle Pmi innovative. Il fondo opera in garanzia diretta o in contro-garanzia. Nel primo caso le richieste per garantire le operazioni possono essere presentate da banche, intermediari 106, Sfis, Gestori (tra cui Sgr, Sicav, Sicaf, Gefia), operatori di microcredito e imprese di assicurazioni.

Per la riassicurazione possono presentare le richieste i soggetti garanti come confidi e altri intermediari. Le imprese sono tenute a presentare le dichiarazioni a corredo delle richieste.

Se l’accesso alla garanzia del Fondo è effettuata a norma della Sezione 2.2. del Tcf, le imprese che richiedono i finanziamenti con la garanzia del fondo devono dichiarare di avere esigenze di liquidità che sono direttamente o indirettamente connesse al grave turbamento dell’economia causato dall’aggressione della Russia contro l'Ucraina, dalle sanzioni imposte dall’Unione europea e dai suoi partner internazionali o dalle contromisure adottate dalla Federazione Russa, come il rincaro dei prezzi di materie prime e fattori di produzione o l’incremento delle spese energetiche. Inoltre le imprese richiedenti devono dichiarare che non sono sottoposti alle sanzioni emanate dall’Unione europea a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina e non sono posseduti o controllati da persone, entità o organismi oggetto delle medesime sanzioni.

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