Professione

ll Tar Lazio blocca di nuovo le elezioni dei commercialisti

La sospensiva su ricorso di alcuni iscritti all’Ordine di Roma

di Maria Carla De Cesari

La malattia delle elezioni ha colpito i dottori commercialisti. Il Tar del Lazio ha bloccato il voto degli Ordini territoriali previsto per il 20 e il 21 gennaio, fissato dai commissari del Consiglio nazionale Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria Rachele Vigani.

La decisione del Tar, sezione terza quater, è stato pubblicata ieri, ma si tratta solo del primo step di questo nuovo contenzioso. In attesa di decisione, infatti, ci sono altri due ricorsi, proposti da alcuni commercialisti di Roma, che dovrebbero essere trattati il 14 gennaio.

Il decreto del Tar si riferisce al provvedimento dei commissari del Consiglio nazionale, che ha riavviato la macchia elettorale bloccata dal precedente contenzioso. Quello che ha portato alle dimiassioni dell’ex presidente Massimo Miani e all’avvio della procedura commissariale da parte del ministero dell Giustizia.

La trattazione collegiale in camera di consiglio, per questa prima impugnazione, è fissata per il 28 gennaio. Nei prossimi giorni si vedrà la sorte di altri due ricorsi, una contro la determina del commissario dell’Ordine di Roma sulle modalità delle elezioni del 20 e del 21 gennaio, dove non è stato previsto il vioto a distanza. L’altro contesta il rifiuto, sempre del commissario, ad aprire un seggio elettorale a Tor Vergata.

Quali sono le ragioni di quessto ennesimo stop della macchina elettorale che potrebbe bloccare il voto degli Ordini in tutta Italia, al di là della contesa su Roma? Riccardo Losi, past president del sindacato Andoc ed ex preisdente del collegio dei revisori del Consiglio nazionale, tra i promotori dei ricorsi, afferma che le ragioni sono da ricercare nella volontà di consentire il voto al maggior numero possibile di commercialisti. «Non è possibile che il collega di Colleferro debba perdere una giornata per raggiungere un seggio situato nel centro della Capitale. Per questo - spiega - abbiamo chiesto di aprire più seggi, tra cui Tor Vergata, e di consentire anche il voto a distanza. Questa richiesta vale a mggior ragione oggi con il proliferare dei contagi da Covid. Non è possibile - sostiene Losi - che l’Ordine di Roma continui a essere eletto con il voto dei soliti noti, di chi ha lo studio in centro, ai Parioli o al Flaminio».

Losi rifiuta il sospetto di essere interprete di uno schieramento che vuole ritardare le elezioni. «Noi vogliamo andare a votare al più presto. Il commissariio consenta la procedura mista, in presenza e a distanza».

Ancora non è possibile dire se anche il voto per il Consiglio nazionale, fissato per il 29 marzo, sarà travolto da questa tranche di ricorsi. Tuttavia, l’indirizzo del ministero della Giustizia è di far votare prima gli Ordini territoriali, in modo che il vertice nazionale sia l’espressione della nuova geografia del potere locale.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©