Lettere d’intento, sanzione fino a 2mila euro per l’errato protocollo di ricezione
Opportuno che anche il cliente verifichi l’inserimento del protocollo corretto, considerando che potrebbe essere coinvolto sotto il profilo sanzionatorio entro 30 giorni dalla registrazione della fattura
Il fornitore, che riporta un protocollo errato della lettera d’intento, è passibile della sanzione prevista dall’articolo 6, comma 1, ultimo periodo del Dlgs 471/1997 (da 250 euro a 2.000 euro). Infatti, si tratta di una violazione che, di per sé, non incide sulla corretta liquidazione del tributo, ma può recare pregiudizio all’azione di controllo dell’agenzia delle Entrate, proprio in virtù delle nuove procedure di verifica, in vigore dal 1° gennaio 2022. Tale sanzione può essere sanata con il ravvedimento operoso. Si ritiene opportuno che anche il cliente verifichi l’inserimento del protocollo corretto, considerando che potrebbe essere coinvolto sotto il profilo sanzionatorio, per l’omessa regolarizzazione della fattura, entro 30 giorni dalla registrazione della stessa, in base all’articolo 6, comma 8 del Dlgs 471/1997.
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