Professione

Dottori commercialisti, ipotesi dimissioni del Consiglio nazionale

Dopo lo stop del Tar alle elezioni degli Ordini territoriali

di Maria Carla De Cesari

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti potrebbe dimettersi e aprire le porte a un commissario.

È questa una delle carte agitate il 29 settembre durante una riunione di vertice alla luce del blocco, da parte del Tar Lazio, delle elezioni degli Ordini territoriali, fissate per l’11 e il 12 ottobre. Il Tar, infatti, ha sospeso (si veda l’articolo di NT+ Fisco) la macchina del voto avviata dal Consiglio nazionale, poiché il vertice – questa è la tesi del ricorso che deve essere esaminato dai giudici amministrativi – sarebbe decaduto da marzo/aprile, quindi non avrebbe avuto il potere di convocare i commercialisti ai seggi. Una convocazione avvenuta dopo che nel 2020 a urne aperte ci fu la chiusura a causa del Covid e dopo aver superato un altro contenzioso, risolto poi con una norma di legge, sulle quote di genere nelle liste.

A distanza di un anno dal precedente appello, si è provveduto a disciplinare il voto a distanza, una variabile che forse, in molte realtà anche importanti, avrebbe potuto rompere equilibri e influenzare i risultati. Per converso c’è anche da considerare la possibilità di una maggiore disaffezione al voto.

Ora tutto è rimesso in gioco, anche perché il tentativo di avere uno stop alla sospensiva da parte del Consiglio di Stato è fallito il 27 settembre pomeriggio.

Dunque si aspetta la pronuncia del Tar: bisognerà vedere se il Consiglio nazionale e il presidente Massimo Miani attenderanno la sentenza del tribunale amministrativo o decideranno di giocare d’anticipo. Importante, su questa scacchiera, anche l’atteggiamento del ministero della Giustizia.

Ieri Massimo Miani, ha scelto la linea del silenzio. Ha parlato invece Felice Ruscetta, ex consigliere nazionale e commercialista dell’Ordine di Chieti, che ha presentato il ricorso. «L’ho fatto per amore di verità e perché occorre rispettare i principi», ha detto Ruscetta al quale abbiamo chiesto se non sia un controsenso andare a chiedere l’azzeramento del Consiglio nazionale, sulla convocazione delle elezioni, che danno la parola agli iscritti e agli Ordini: «Dobbiamo dare prova di rispettare le regole», ha affermato Ruscetta.

Su cosa succederà Ruscetta è cauto: «Vedremo cosa decide nel merito il Tar e cosa poi farà il ministero della Giustizia». Quanto al commissariamento, secondo Ruscetta «è una delle ipotesi, si sentono molte voci, vediamo se ci sarà una mediazione». Ruscetta è un esperto di mediazione: quale potrebbe essere allora il punto di equilibrio? «Non lo so – risponde Ruscetta – gli interessi delle parti si misurano proprio nella mediazione».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©