Controlli e liti

Inps e Fisco creditori per 160 mld. A Milano protocollo con la Procura

E di questi crediti, pari alla fine all’importo di qualche legge di bilancio, lo Stato alla fine, una volta avviato il circuito delle procedure concorsuali recupera nulla

di Giovanni Negri

Un’evasione contributiva e fiscale stellare che su scala nazionale arriva a oltre 160 miliardi e, a Milano, tocca ormai i 10 miliardi. E di questi crediti, pari alla fine all’importo di qualche legge di bilancio, lo Stato alla fine , una volta avviato il circuito delle procedure concorsuali recupera nulla. Il tasso di soddisfazione complessivo del credito infatti si colloca su un abbastanza incredibile 1,6 per cento.

E poiché questa situazione è frutto non solo del fisiologico turn over imprenditoriale e delle diverse crisi d’impresa di questi anni, ma anche di condotte dolose, la Procura di Milano ha concluso un accordo con l’Inps per un protocollo che ha come obbiettivo il contrasto dei fenomeni di illegalità economica che fanno leva sulla omissione pianificata del pagamento dei contributi. A presentarlo ieri, con i funzionari milanesi Inps, il capo della Procura Riccardo Targetti e il coordinatore del Dipartimento crisi d’impresa Roberto Fontana.

Dall’osservatorio milanese, sottolinea in premessa il Protocollo, «nell’ultimo decennio vi è stato un aumento del fenomeno delle società, soprattutto nella forma di società cooperative, costituite allo scopo di offrire sul mercato servizi, spesso anche come mera attività di intermediazione illecita di manodopera, a condizioni economiche basate sulla sistematica omissione del pagamento di contributi previdenziali». Dove, ha spiegato Fontana, negli ultimi anni il modello imprenditoriale criminale è stato caratterizzato dalla sempre minore durata operativa delle società, per massimizzare i vantaggi di una minore esposizione contributiva e facilitare la cancellazione dal Registro imprese. Con la continuità dell’attività d’impresa assicurata dal trasferimento dell’azienda, «peraltro con sempre minori asset immobiliari e valori di magazzino», e dei dipendenti a società ponte, destinate a fallire, e beneficiari finali rappresentati da medio o grandi imprese nazionali o anche internazionali.

Il Protocollo allora si propone di inquadrare le realtà di sistematico inadempimento delle obbligazioni contributive: l’Inps trasmetterà allora alla Procura esposti in cui saranno illustrate tutte le informazioni in possesso dell’Istituto sulle società debitrici più esposte, sull’attuale impiego dei dipendenti se non sono più operative, sull’eventuale più ampio contesto di imprese nel quale risultano inserite sulla base del trasferimento del personale.

Un’attenzione particolare sarà poi dedicata ai beneficiari finali dei servizi e alle eventuali coincidenza tra gli amministrati, veri o presunti, «allegando per tutte le società interessate le visure del Registro delle imprese, i bilanci, la situazione debitoria previdenziale con evidenziazione dei rispettivi periodi di formazione, nonchè l’elenco delle cariche ed elle partecipazioni dei relativi amministratori e intestatari di quote quando si tratta di società di capitali».

Dalla Procura saranno chieste a Inps informazioni sull’ammontare dei debiti previdenziali, sulle rate scadute e non pagate, sull’elenco dei dipendenti associati ai rispettivi datori di lavoro nel corso del tempo.

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