Professione

Commercialisti, in arrivo meno vincoli sugli incarichi dei Tribunali delle imprese

di Giovanni Parente

Incarichi dei Tribunali delle imprese a tutti i professionisti del circondario e non solo più a quelli iscritti negli Albi dei Tribunali dei capoluoghi di Regione. Ad annunciare la modifica allo studio nel conferimento degli incarichi di Ctu è stato il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, intervenendo alla prima giornata del convegno nazionale «Impresa ed economia criminale - Il ruolo centrale del commercialista» organizzato dal Cndcec a Montesilvano (Pescara). Una correzione che potrebbe salire sul «primo provvedimento utile in materia di giustizia» ha precisato il sottosegretario, che ha poi confermato che si procederà all’approvazione del Codice Antimafia alla Camera e alla riforma fallimentare al Senato nel testo attuale e quindi senza modifiche (come anticipato dal Sole 24 Ore del 21 settembre). «Bisognerà correre - ha aggiunto - perché c’è la partita dei decreti delegati da chiudere entro fine legislatura». E, pur nella consapevolezza che il testo del Codice Antimafia «non è perfetto» e manifestando la contrarietà sull’estensione anche alla corruzione, per il sottosegretario si tratta di una legge «importante». Anche Raffaele Cantone, nel suo videointervento, ha espresso perplessità sul perimetro del Codice: «L’impianto delle regole antimafia ha una serie di tratti di eccezionalità che si giustificano tenendo conto della logica delle organizzazioni criminali, caratterizzate dal controllo del territorio, da meccanismi omertosi e dall’utilizzo delle attività illecite in funzione di arricchimento. Non credo che gli strumenti previsti direttamente nella legislazione antimafia possano essere tout court applicati all’ anticorruzione».

Il Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, ha posto l’accento - sempre in un videomessaggio - sul fatto che «la materia delle misure di prevenzione non è contemplata dagli altri ordinamenti, neppure nell’ambito dell’Ue» e quindi è difficile farsi accogliere le rogatorie per sequestro e alla confisca dei beni mafiosi all’estero.

Ma il convegno è stata l’occasione per rimarcare la centralità del ruolo del commercialista come amministratore giudiziario , come ha fatto notare il consigliere del Cndcec delegato alle funzioni giudiziarie Valeria Giancola. Mentre l’altro delegato alle funzioni giudiziarie Giuseppe Tedesco ha chiesto di correggere gli aspetti del Codice Antimafia più penalizzanti per la categoria: dal limite ai tre “mandati” aziendali alla possibile gratuità dell’incarico per l’esercizio dei poteri spettanti agli organi di amministrazione e altri organi sociali. Il segretario del Cndcec, Achille Coppola, ha evidenziato come il «progetto delle specializzazioni potrà valorizzare ulteriormente la professione e assistere le imprese a 360 gradi». Mentre il consigliere Raffaele Marcello, che modererà la tavola rotonda di oggi su finanza e continuità aziendale, invita ad attenzionare il rapporto tra l’azienda sequestrata e gli istituti di credito «perché la carenza di liquidità finanziaria costituisce una delle principali criticità gestionali a cui porre rimedio».

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