Controlli e liti

Assegni non trasferibili, sulle maxi-sanzioni il Governo promette un intervento in tempi brevi

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il Governo riapre il dossier sulle maxi-sanzioni per l’emissione di assegni sprovvisti di clausola di non trasferibilità. Si prospetta , infatti, un intervento «nel primo strumento utile per rimediare alle problematiche avanzate». È il contenuto della risposta fornita ieri dal sottosegretario al Mef, Alessio Villarosa (M5S), in commissione Finanze alla Camera all’interrogazione con primo firmatario Antonio Martino (Forza Italia).

Dal 4 luglio 2017, infatti, le sanzioni per gli assegni da mille euro in su senza clausola di non trasferibilità sono passati dall’1% al 40% dell’importo dell’assegno a un intervallo da 3mila a 50mila euro. Con l’effetto di rendere meno conveniente anche l’oblazione, per cui ora sono necessari 6mila euro. E la risposta fornita ieri sottolinea come «anche le Ragionerie territoriali dello Stato» abbiano segnalato «criticità» connesse proprio all’oblazione.

Proprio per garantire una sanzione e un’oblazione «ragionevole e proporzionata» e, in particolar modo, per gli importi esigui, il Mef aveva già elaborato un’ipotesi di correzione da inserire nel decreto legislativo di recepimento della direttiva sull’accesso ai dati antiriciclaggio da parte delle autorità fiscali. Un correttivo «poi stralciato» nel Consiglio dei ministri del 16 maggio scorso in quanto ritenuto estraneo alla materia del decreto. E chissà che il tema delle maxi-sanzioni non meriti “dignità” di entrare in un emendamento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©