Imposte

Stallo Superbonus, trattativa sulle date di partenza della responsabilità leggera

La responsabilità solidale che blocca la cessione dei crediti, relativa in realtà a tutti i bonus edilizi e non solo al 110%, scatta solo in caso di dolo o colpa grave

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Nella trattativa infinita sul Superbonus che ha incagliato il percorso parlamentare del decreto Aiuti-bis governo e partiti, M5S in testa, trovano l’intesa sul principio: la responsabilità solidale che blocca la cessione dei crediti, relativa in realtà a tutti i bonus edilizi e non solo al 110%, scatta solo in caso di dolo o colpa grave. Ma il negoziato prosegue nella notte su un punto cruciale: da quale data parte il nuovo alleggerimento del sistema di responsabilità per disincagliare le cessioni dei crediti?

In un tira e molla infinito, a tarda sera la proposta elaborata fra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia indica che le nuove regole si applicherebbero «esclusivamente ai crediti per i quali le comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura sono inviate all’agenzia delle Entrate a partire dal 1° maggio 2022», cioè da quando il decreto anti-frode ha introdotto il «bollino» (cioè l’obbligo di comunicazione del codice identificativo unico) nelle cessioni parziali successive alla prima. Una retroattività in formato minimo, dunque, per evitare il rischio di quello che ai piani alti del governo apparirebbe altrimenti come un condono generalizzato per azzerare ex post la griglia di regole anti-frodi messa in piedi a più riprese dopo l’emersione delle irregolarità multimiliardarie. Ma ai Cinque Stelle, che della cessione dei crediti sui bonus edilizi hanno fatto una bandiera nel nome della creazione di una «moneta fiscale» per ampliare l’utilizzo degli incentivi da parte dei contribuenti meno abbienti, l’ipotesi governativa sembra non bastare. Al punto che il confronto serrato e proseguito fino a tarda notte alla ricerca di un compromesso indispensabile per liberare il cammino parlamentare del decreto superando il rischio di far saltare il calendario che prevede il via libera fra mercoledì e giovedì in parallelo con l’autorizzazione all’utilizzo dei 6,2 miliardi di entrate aggiuntive indispensabili all’approvazione del terzo decreto Aiuti. Un ovvio effetto a catena, perché senza l’ok al decreto Aiuti-bis, governo e parlamento difficilmente potrebbero mettere mano all’Aiuti-ter.

Nel frattempo, sempre in fatto di lavori, il pacchetto di emendamenti che invece già il 12 settembre hanno trovato l’intesa porta un nuovo meccanismo di adeguamento dei prezzi per gli appalti. La novità riguarda le gare di lavori avviate fra 2019 e 2021 per la creazione o il potenziamento di impianti di energia elettrica superiori a 300 Mw termici. In questi casi, i committenti dovranno adeguare i prezzi dei materiali di costruzione e di produzione in base alla dinamica degli indici delle materie prime.

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