Professione

Dai notai diventa possibile depositare i codici sorgente

di Giovanni Negri

È un notaio che smentisce i luoghi comuni sulla professione quello che esce dalla seconda giornata del Congresso nazionale in corso a Palermo. Perchè, oltre che a doversi dimostrare al passo con gli aggiornamenti (continui) della legislazione, ora è toccato anche dalla necessità di aprirsi alla tecnologica, che ormai non è più solo una scommessa. E allora Notarchain e i registri volontari digitali sono due elementi importanti presentati ieri al Congresso.

Notarchain è una blockchain, cioè una base digitale per la gestione e archiviazione di file digitali di ogni tipo, con possibilità di utilizzo assai estese, potendo nei fatti comprendere tutti quegli ambiti applicativi che hanno bisogno di un sistema di maggiore sicurezza e certificazione. Dai disegni alle opere d’arte, ai beni mobili in genere.

L’ambizione è quella di avere messo a punto il primo modello di blockchain sicura in Europa, nella quale viene fornita non solo la certezza dell’impossibilità di modificare i dati inseriti, ma anche un controllo preventivo sulle identità dei dati inseriti, dei soggetti interessati e sulla correttezza e completezza dei dati stessi inseriti nella catena. La piattaforma vedrebbe inserite allora informazioni che non saranno gestite da soggetti anonimi, ma dai notai presenti su tutto il territorio.

La medesima tecnologia è poi alla base di un’articolazione di questo progetto, anch’essa presentata ieri assieme alla Siae. Consiste nella gestione del deposito e nell’archiviazione dei codici sorgente. Sarà cioè possibile il deposito del codice sorgente di un programma presso qualsiasi notaio italiano, ottenendo in tempo reale il suo inserimento in un codice condiviso con la Siae.

Presentato poi anche il Registro pubblico sussidiario, dedicato agli atti di nomina di amministratori di sostegno. Un inedito, anche in questo caso, visto che si tratta della prima piattaforma alla quale tutti i notai potranno avere accesso in tempo reale e sulla quale potranno inserire tutti i riferimenti dell’atto di designazione di amministrazione di sostegno ricevuto. La fisionomia del Registro renderà possibile la ricerca su base personale e potrà essere condiviso anche da soggetti terzi come le Aziende sanitare locali, interessati ai contenuti della volontà espressa nell’atto di designazione.

La creazione di registri su base volontaria - sottolinea il Notariato - è però soltanto l’ultima tappa di un impegno che arriva da lontano e che ha contribuito a svecchiare l’immagine e la sostanza della professione. Il processo di informatizzazione dell’attività notarile è stato ormai avviato nel 2001 e il Notariato vi ha investito 18 milioni di euro solo negli ultimi dieci anni, mettendo in rete i circa 5mila studi con la Pubblica amministrazione.

Tappe fondamentali sono state quella del 2002, con il completamento dell’informatizzazione dei registri pubblici societari e nel 2012 quella del Registro immobiliare. Nel 2013 sono partite le aste telematiche notarili, con l’aggiudicazione sinora di 1.168 aste per un importo complessivo di 281 milioni di euro. L’atto pubblico informatico ha poi permesso l’archiviazione digitale di 6mila atti dal 2013 al 2016.

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