Adempimenti

La maggioranza chiede un solo invio

di Marco Mobili

Rivedere subito le regole sullo spesometro, riducendo gli invii e abolendo le sanzioni per errori formali. A chiederlo è il partito democratico con una risoluzione depositata ieri da Giovanni Sanga in commissione Finanze alla Camera e che il presidente Maurizio Bernardo, da poco passato tra i democratici, già oggi potrebbe calendarizzare per il voto la prossima settimana.

Il primo intervento che la maggioranza chiede al Governo è quello di ridurre al minimo le comunicazioni obbligatorie, eventualmente consentendo «un unico invio annuale per lo spesometro». Occorre in sostanza, ha scritto Sanga, «assicurare le finalità di compliance e di lotta all’evasione fiscale» ma senza stressare contribuenti e intermediari. Dunque, «con modalità più semplici, efficienti ed efficaci». Come ha precisato il deputato Pd, al di là degli inconvenienti tecnici a ridosso della prima scadenza per le comunicazioni, non possono restare inascoltate le proteste che si sono sollevate sulle nuove comunicazioni dal mondo dei professionisti e degli intermediari abilitati . C’è chi contesta l’onerosità della modalità che impone la trasmissione della singola fattura, non essendo possibile accorpare fatture di piccoli importi con invii cumulativi al di sotto di una determinata soglia (cosa che al contrario avveniva per il precedente spesometro con il limite a 300 euro). Inoltre non trova giustificazione secondo Sanga «l’incompatibilità dell’adempimento per tutte quelle fatture di basso importo redatte a mano, sovente con dati incompleti o illeggibili».

Per questo tra le modifiche che vengono chieste dalla maggioranza c’è anche il ripristino della norma che consentiva di accorpare fatture di piccoli importi con invii cumulativi al di sotto di una determinata soglia. C’è poi il capitolo sanzioni. Con la risoluzione si vuole impegnare il Governo a prevedere una norma ad hoc che escluda, come chiesto a chiare lettere dai commercialisti, la discrezionalità degli uffici nella disapplicazione delle sanzioni, «prevedendo in modo esplicito la non applicabilità delle sanzioni, in considerazione della possibilità di errori formali legati a questo primo invio delle comunicazioni».

Uno sguardo, poi, al prossimo e ormai immediato futuro. Sanga e il Pd chiedono infatti all’Esecutivo di «investire in maniera adeguata sul fisco digitale attraverso la diffusione della fatturazione elettronica e dei pagamenti digitali». Ma questo solo se sarà garantito che queste trasformazioni «si svolgano nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali sulla protezione dei dati personali».

Un pacchetto di interventi, dunque, che la maggioranza proporrà come possibile modifiche all’intero meccanismo nella legge di bilancio o nel decreto legge fiscale collegato che il Governo presenterà al Senato tra meno di quindici giorni.

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