Diritto

Al notaio le chiavi per la personalità giuridica degli enti

Focus sul ruolo del notaio e i propositi della Riformaper le persone in difficoltà

Adeguamenti statutari e impegno per il sociale. Questi i temi al centro dell’evento di oggi, giovedì 21 ottobre, patrocinato dal Consiglio nazionale del notariato in cui verrà presentato anche il testo sulla Riforma e sul diritto transitorio curato dal consigliere Gianluca Abbate, membro del comitato scientifico del modulo 24 Terzo settore.

Dopo le rassicurazioni giunte da parte del ministro Orlando sull’operatività del Registro unico nazionale (Runts) entro la fine del 2021, sempre più attuali diventano le tematiche che saranno oggetto di discussione. Per di più se si pensa al ruolo strategico del notaio nel panorama della Riforma del Terzo settore.

Una figura, questa, che rivestirà grande rilievo non solo per quanto concerne la revisione statutaria ma anche in vista dell’ingresso delle nuove regole legate all’acquisto della personalità giuridica (articolo 22 Dlgs 117/2017 o Cts).

Al notaio, infatti, la Riforma, in un’ottica di innovazione e semplificazione, attribuisce il compito di verificare l’adeguatezza patrimoniale e la sussistenza dei requisiti previsti dal Cts superando in questo modo il sistema “farraginoso” che caratterizza oggi il riconoscimento della personalità giuridica.

Un problema risolto con la Riforma che – onde evitare un esborso economico ingente - ha introdotto precisi limiti patrimoniali (15mila euro per le associazioni, 30mila euro per le fondazioni) e previsto un iter semplificato per l’acquisto della personalità giuridica contestualmente all’iscrizione Runts in cui assume un ruolo rilevante proprio il notaio.

Accanto a questo tema, l’evento avrà anche un proposito di carattere sociale. Sarà infatti illustrato un progetto, sposato da anni dal Consiglio nazionale del notariato, volto a consentire alle persone con malattie degenerative, impossibilitate a volte ad esprimersi verbalmente, di poter partecipare liberamente agli atti negoziali senza, invece, essere considerate “muti”.

Una proposta che, a ben vedere, dovrebbe evitare che tali soggetti fragili siano tenuti a adempimenti formali molto onerosi e a volte umilianti, retaggio di un impianto normativo obsoleto (risalente al 1913) che necessita di un restyling.

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