Professione

Commercialisti, negativo il saldo degli iscritti

Il presidente dell’Unione giovani De Lise: la professione parli con una voce unitaria, ma facendo tesoro delle diverse tonalità

di Maria Carla De Cesari

Rappresentare la professione con una voce unitaria, ma facendo tesoro di tutte le tonalità differenti che caratterizzano i commercialisti: questo l’appello lanciato dall’Unione giovani dottori commercialisti durante il sessantesimo congresso che si è chiuso venerdì 28 aprile a Palermo. Il presidente dei giovani Matteo De Lise ha avuto come interlocutori il presidente del Consiglio nazionale, Elbano de Nuccio, e i presidenti di importanti Ordini: Luca Asvisio (Torino), Marcella Caradonna (Milano), Giovanni Calì (Roma), Nicolò La Barbera (Palermo), Micaela Sette (Udine). All’appello il presidente nazionale de Nuccio ha risposto sottolineando come i rapporti tra la professione e l’amministrazione abbiano «cambiato paradigma», elencando i risultati del confronto-dialogo tra uffici pubblici, Governo e categoria. Si deve continuare su questa linea, ha sintetizzato de Nuccio.

Le difficoltà della professione sono emerse da un sondaggio effettuato in questi giorni tra i partecipanti al congresso: la stragrande maggioranza vive di fisco e di adempimenti collegati e soffre per le difficoltà di interagire con l’amministrazione finanziaria. L’Unione in questi giorni ha rilanciato la proposta di agevolazioni per le aggregazioni professionali, lavorando anche su un progetto che abbini il regime forfettario con la tassazione del reddito d’impresa. Un’idea che Salvatore Regalbuto, Consiglio nazionale dottori commercialisti con delega alla fiscalità, ha promesso di portare avanti, anche se non sarà semplice. Regalbuto ha tra l’altro anticipato uno dei risultati dell’indagine statistica sulla professione: per la prima volta nel 2022 il saldo degli iscritti è negativo.

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