Adempimenti

L’Agenzia recluta 380 nuovi dirigenti: sui titoli regole valide per tutta la Pa

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Ripartire da 380 nuovi dirigenti, veri e propri manager di Stato selezionati con le nuove modalità di reclutamento fissati per tutta la pubblica amministrazione. È l’obiettivo dell’agenzia delle Entrate che ha rimesso in moto la macchina dei concorsi dopo anni di carte bollate, sospensioni e pronunce giurisdizionali. Anche se l’amministrazione in qualche misura dovrà fare i conti con il blocco del turnover nella Pa fino a novembre 2019 disposto dalla legge di Bilancio 2019, da oggi al voto finale della Camera, è dei giorni scorsi la firma del provvedimento del direttore delle Entrate, Antonino Maggiore, che fa ripartire il concorso per 175 posti. Non solo. È dato in arrivo, anche prima della fine dell’anno, «Gazzetta Ufficiale» permettendo, anche il bando per i due concorsi pubblici, per titoli ed esami, per 160 dirigenti di seconda fascia, di cui 150 da destinare in via prioritaria alla direzione degli uffici operativi di gestione, riscossione e contenzioso dei tributi e i restanti 10 alle attività operative di gestione dei servizi catastali. A queste operazioni di reclutamento di nuove figure dirigenziali si devono aggiungere le 45 posizioni riservate dalla Sna (Scuola nazionale dell’amministrazione) sulle 123 previste dal concorso le cui prove scritte sono già in calendario dal 22 al 24 gennaio. A conti fatti la squadra dei dirigenti chiamati a far funzionare la macchina del Fisco, compresi quelli attuali, toccherà quota 543 unità.

L’operazione di reclutamento delle Entrate è divenuta ormai non più rinviabile e per l’Agenzia si tratta quasi di un atto dovuto. Sempre la legge di Bilancio per il 2019 vincola la proroga al 30 aprile delle posizioni organizzative speciali e di quelle temporanee (in scadenza a fine anno) all’emanazione entro il 31 dicembre delle procedure per la selezione delle nuove posizioni organizzative.

Selezioni di nuovi dirigenti e posizioni organizzative che dai primi giorni del 2019 dovranno viaggiare in parallelo. Per il concorso a 175 posti, infatti, in Agenzia sperano di avviare le prime convocazioni per le prove orali già a fine gennaio. Mentre per la “pubblicità” dei due bandi per complessivi 160 posti, come detto, è solo questione di ore. E con una grossa novità che potrebbe mettere fine alle polemiche che hanno accompagnato negli ultimi anni le selezioni per titoli ed esami dell’agenzia delle Entrate. Nell’atto di avvio (mezza pagina ma quattro di motivazione) firmato da Maggiore si precisa che con le nuove modalità di reclutamento si applica alle agenzie fiscali il principio della valutazione dei titoli dei candidati. Valutazione dei titoli che non sarà più sulla base di parametri indicati dalla stessa Agenzia ma seguirà le regole fissate dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 16 aprile 2018, n. 78, per tutta la Pa. E che alla base della valutazione prevede un più ampio quadro degli elementi di giudizio di cui può disporre la commissione di esame. In sostanza le prove concorsuali dovranno verificare le capacità cognitive e le competenze manageriali. Per le capacità si tratta di attitudini ad argomentare i temi trattati e all’acume critico nell’analisi dei problemi, a sintetizzare e ad esprimersi semplicemente e in modo chiaro. Insieme alle capacità cognitive, le prove puntano anche a valutare le competenze manageriali dei candidati, prospettando casi pratici di lavoro su situazioni problematiche di tipo organizzativo e gestionale. Il fine è di misurare l’orientamento al problem solving.

Inoltre, il disegno dell’organizzazione dell’Agenzia prevede che al vertice di ogni struttura ci sia sempre un dirigente e alle posizioni organizzative sia demandata la governance di strutture interne. Per sgombrare il campo da equivoci e polemiche il titolare del potere di accertamento, che è il direttore provinciale, è sempre e solo un dirigente.

Ed è già corsa alle posizioni organizzative. Su 1.200 posizioni da definire nelle articolazioni provinciali e regionali i candidati sono circa 6.500. Si prevede una prova scritta e un colloquio che punterà a valorizzare l’esperienza in quel segmento di attività in cui è stata presentata la candidatura. Il titolo varrà un terzo sul punteggio complessivo e in questo segmento rappresenta una parte consistente ai fini della selezione.

Sulle posizioni organizzative previste dalla legge è comunque in corso un confronto con i sindacati e le Entrate puntano a costruire una continuità tra i giovani che si affacciano ai primi incarichi di responsabilità e le nuove posizioni intermedie. Si punta, così, a favorire il funzionamento dell’ascensore sociale interno, considerando che sotto le 1.500 complessive posizioni organizzative opereranno 3.500 funzionari al primo incarico di responsabilità.

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