Imposte

Decreto fisco-lavoro: arrivano le proroghe per Irap e cartelle ma a tempo scaduto

Il voto è proseguito nella notte tra martedì e mercoledì. Fra le novità approvate lo stop ai ricorsi per gli estratti di ruolo

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Fuori tempo massimo arriva dal Senato il via libera alle mini-proroghe delle scadenze di fine novembre. Dopo una nottata all’insegna dell’ostruzionismo di Fratelli d’Italia, di attriti e forti contrasti all’interno della maggioranza che hanno rallentato l’approvazione in Commissione del decreto fisco lavoro, è arrivato soltanto nel pomeriggio di ieri l’ok alla remissione in termini fino al 9 dicembre del versamento delle 8 rate della rottamazione ter e delle 4 rate del saldo e stralcio. Una beffa per chi credeva nelle promesse dei partiti per un nuovo differimento al 2022 delle rate sospese durante la prima emergenza Covid e si è ritrovato con un rinvio solo di pochi giorni, peraltro senza una comunicazione ufficiale ai contribuenti.

Stesse incognite anche per le imprese chiamate a restituire senza sanzioni e interessi l’Irap non versata nella primavera del 2020 in caso di superamento del plafond degli aiuti di Stato fissato dal quadro temporaneo dell’Unione europea per le misure di contrasto alla crisi prodotta alla pandemia. Le commissioni Finanze e Lavoro hanno approvato lo spostamento dal 30 novembre 2021 al 1 gennaio 2022, ma anche su questo fronte non è arrivata un’ufficializzazione tempestiva.

Qualche certezza in più, invece, per chi ha ricevuto o per chi riceverà una cartella esattoriale dal 1° settembre al 31 dicembre 2021. I 150 giorni per saldare il debito previsti dal testo originario del decreto vengono estesi a 180: di fatto un mese in più per pagare.

Con il voto favorevole delle due commisisoni di Palazzo Madama arriva, poi, anche il via libera alla richiesta dei due relatori Emiliano Fenu (M5s) e Donato Laus (Pd) per un’altra remissione nei termini relativa questa volta agli avvisi bonari i cui versamenti erano stati sospesi dall’8 marzo al 31 maggio 2020 e che dovevano essere recuperati entro il 16 settembre 2020. Per saldare il conto i contribuenti avranno tempo fino al 16 dicembre 2021.

Entro la stessa data le imprese dovranno versare anche per il 2021 l’imposta unica sullle piattaforme marine. L’emendamento approvato ieri ricalca la norma delleo scorso anno, precisando che il versamento lo incassa l’Erario e sarà poi lo stesso a riversare le entrate ai comuni di comptenza.

Per restare in tema di novità sui pagamenti di imposte e tasse, va registrata anche la nuova esenzione dalla tassa rifiuti per alcuni immobili della Santa Sede, come le due basiliche di San Paolo e San Giovanni in Laterano. Il correttivo approvato e presentato dal presidente della commissione Finanze, Luciano D’Alfonso (Pd) prevede inoltre che l’esenzione dal tributo si applica anche ai periodi d’imposta per i quali non è ancora scaduto il termine di accertamento e ai rapporti pendenti e non definiti con sentenza passata in giudicato. Una mini sanatoria benedetta dal Governo.

A chiudere le novità licenziate ieri dal Senato in materia di riscossione è lo stop ai ricorsi sugli estratti di ruolo. Una vera e propria doccia fredda per i professionisti del contenzioso tributario. Stando agli ultimi dati, infatti, oltre il 40% delle liti sugli atti della riscossione riguarda proprio l’estratto di ruolo, ossia l’elenco dei debiti contestati al contribuente e su cui le capacità difensive dell’agente pubblico della riscossione sono sempre state limitate. Ma non è tutto.

Il correttivo approvato ieri prevede anche che sia il ruolo sia la cartella di pagamento dall’entrata in vigore della legge di conversione si potranno impugnare solo se il contribuente dimostra che l’atto gli procura un pregiudizio per la partecipazione a gara di appalto o per i pagamenti di crediti spettanti oltre i 5mila euro su cui si applicano le verifiche del Fisco sui debiti pendenti o ancora per la perdita di un beneficio nei rapporti con la Pubblica amministrazione.

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