Professione

La commissione Giustizia approva l’equo compenso, il 12 aprile il voto in Aula

Dopo l’ok della commissione Giustizia della Camera sul Ddl firmato FdI e Lega manca l’ultimo passaggio perché diventi legge

di Federica Micardi

Il disegno di legge sull’equo compenso per i professionisti ha ricevuto oggi il via libera della Commissione giustizia della Camera. Il 12 aprile andrà in Aula per l'approvazione definitiva.
Il testo modificato in Senato per correggere un errore tecnico – rimandava a un articolo abrogato dalla legge Cartabia – non ha subito ulteriori variazioni. I miglioramenti auspicati da più parti saranno introdotti in un prossimo futuro. Una scelta, rivendicata dalla maggioranza, che ha portato il Pd ad astenersi dal voto.

Cosa cambia

La norma, nata dalla fusione di due proposte di Fratelli d’Italia e Lega, introduce l'obbligo di riconoscere un compenso equo per le prestazioni professionali da parte di banche, assicurazioni, pubblica amministrazione con alcune eccezioni e le imprese con più di 50 dipendenti o con un fatturato superiore a 10 milioni di euro. Questo significa che saranno nulle quelle parti dei contratti che prevedono remunerazioni al di sotto dei ”parametri” e le clausole che riconoscano al committente vantaggi eccessivi.

Gli aspetti critici

Da parte di sindacati e associazioni professionali sono state chieste modifiche al testo, non accolte per non rallentare l’iter di approvazione. Tra le criticità sollevate: il sistema sanzionatorio, la platea ristretta e il marginale coinvolgimento delle professioni non ordinistiche.

In merito al sistema sanzionatorio la norma consente agli Ordini di sanzionare i professionisti che accettano un compenso non equo, mentre manca un analogo sistema per le professioni non ordinistiche; lascia perplessi anche il fatto che ad essere sanzionato sia il professionista sottopagato e non il committente.

La ristretta platea interessata è un altro degli aspetti su cui si era chiesto di intervenire, perché l'esclusione delle Pmi riduce di molto l'impatto di questo intervento. ln base a una stima fatta dal Sole 24 Ore e pubblicata il 3 aprile sul Sole 24 Ore del lunedì sono 78mila i soggetti tenuti ad erogare un equo compenso, e cioè 27mila pubbliche amministrazioni e 51mila aziende private.

Un altro tema riguarda il maggior coinvolgimento delle professioni non ordinistiche, anche nell’Osservatorio sull’equo compenso di prossima istituzione.

Il presidente della Commissione, Ciro Maschio (FdI), che confida in un'approvazione definitiva entro la prossima settimana osserva: «Rimangono aperte alcune questioni sollevate dall’avvocatura che noi abbiamo condiviso, ma visto che il governo ha dato la disponibilità ad una successiva integrazione, è prevalso in questa fase l’intento di approvare rapidamente la legge».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©