Il CommentoImposte

È il momento di andare oltre i temi pop

Non solo flat tax o cashback sulle detrazioni, nella riforma fiscale anche anche spazio all’economia in sofferenza e alle difficoltà delle imprese

di Salvatore Padula

Da un lato il disegno di legge delega, con una visione del “nuovo fisco” ancora in divenire su svariati ambiti. Dall’altro l’impellenza della realtà, la guerra in Europa, in una prospettiva globale che a tutto induce tranne che all’ottimismo e che sta riversando sull’economia i suoi minacciosi scenari.

Tra qualche giorno il Governo – anticipando di due settimane l’approvazione del Def – certificherà un peggioramento del quadro previsionale per l’anno in corso, conseguenza dell’aggressione russa all’Ucraina: nel 2022 la crescita si fermerà intorno al 3%, ben distante dal 4,7% stimato in precedenza. Attendiamo anche di sapere quale sarà l’impatto sul 2023 perché gli effetti del conflitto – tra sanzioni, gas, petrolio e materie prime – si faranno sentire a lungo.

«Non siamo ancora in un’economia di guerra, ma dobbiamo prepararci», ha detto il premier, Mario Draghi. E il Governo – ne ha parlato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in Senato – si sta preparando. Studiando ulteriori interventi per l’economia, sostegni alle imprese, nuove misure compensative per mitigare il rincaro dei costi energetici (in aggiunta ai 19 miliardi già stanziati) e altro ancora.

Ci si chiede se ci siano ulteriori strumenti da offrire agli operatori per affrontare questa fase di annunciate turbolenze. Certamente sì, e alcuni benefici potrebbero arrivare anche dalla leva fiscale.

Sul fisco, l’attenzione è rivolta alla riforma. Al momento, il confronto alla Camera sul Ddl delega è concentrato su tematiche molto “popolari” e sensibili sotto il profilo elettoral-comunicativo: la casa, il cashback delle detrazioni, il forfait per le partite Iva. Tematiche importanti, sia chiaro. Ma ciò non scongiura il rischio di dare l’idea di una politica che prosegue con il proprio tran tran, senza farsi scalfire dagli eventi internazionali.

Ciò vale a maggior ragione per la fiscalità d’impresa, terreno che peraltro non sembra appassionare più di tanto il dibattito parlamentare, non sappiamo se per scarsa attenzione dei partiti o perché sugli obiettivi del Ddl delega ci sia già una buona condivisione tra le forze della maggioranza.

Certo, si può dire che la delega è la delega. Ha i suoi tempi, le sue liturgie. E la riforma in ogni caso va fatta. Il che è assolutamente vero. Si tratta però di capire se, in una prospettiva diversa da quella del riordino, si possano aprire spazi per interventi che guardino alla realtà. All’economia che rallenta e che rischia di tornare in sofferenza, alle imprese che dovranno affrontare una nuova fase delicata, come per il Covid.

Società di comodo; interessi passivi; detrazione Iva sugli aiuti per la guerra; rimborsi da accelerare; perdite; aiuti di Stato; super Ace e altro ancora. Le cose da fare non mancano. E non mancano neppure le urgenze sui cui lavorare.