Imposte

L’Iva traina la ripresa delle entrate tributarie

I dati dell’Economia: nel primo semestre 2021 incassi del Fisco migliori dell’anno pre-pandemia

di Marco Mobil e Giovanni Parente

L’imposta sul valore aggiunto spinge la ripresa. Nel primo semestre 2021 nelle casse dell’Erario come Iva sugli scambi interni sono entrati oltre 10, 5 miliardi di euro. Un incasso per lo Stato che se rapportato al gettito Iva dell’anno ante pandemia si traduce, comunque, in una crescita del 9,3 per cento. La percentuale è di due decimali se l’incasso dell’imposta sul valore aggiuntio si confronta con l’anno nero del Covid: il confronto tra giugno 2021 su giugno 2020 porta a un +38 per cento. È quanto emrege dal bollettino delle entrate tributarie diramato giovedì 5 agosto dal dipartimento delle Finanze e relativo alle imposte dirette e indirette incassate nel primo semestre 2021.

Da gennaio a giugno 2021, grazie anche alla ripresa dei versamenti sospesi durante i diversi lockdown del 2020, l’Iva continua dunque la sua crescita costante. A testimoniarlo è anche l’andamento dell’imposta versata dai vari settori, come ad esempio i servizi privati che nel primo semestre dell’anno mostrano un incremento del 10,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il commercio fa, invece, registrare un +35,6% mentre l’industria si attesta su un aumento del 55,8% del gettito Iva.

Anche le importazioni contribuiscono alla crescita dell’imposta sul valore aggiunto. Molto probabilmente sulla spinta di richieste di materie prime o semilavorati dall’estero, il gettito ha fatto segnare un’impennata di 1,5 miliardi nel semestre (+30,8%).

Complessivamente le entrate nel semestre ammontano a 213,3 miliardi di euro. Anche in questo caso si tratta di un risultato migliore del primo semestre 2019, quando il gettito si era attestato a 200,3 miliardi di euro (+6,5%). A influire sul risultato anche le imposte dirette. In particolare, le ritenute sul lavoro dipendente tornano a crescere in conseguenza del minor ricorso agli ammortizzatori sociali, in primo luogo alla cassa integrazione.

Tanto per comprendere gli ordini di grandezza in campo, le ritenute nel settore privato crescono di 4,2 miliardi (+11,1%) nel confronto tra primo semestre 2021 e primo semestre 2020. A influire è soprattutto la ripresa da marzo di quest’anno dei versamenti che erano rimasti sospesi dallo scorso anno per venire incontro alla carenze di liquidità dei sostituti d’imposta. Ma a crescere sono anche le ritenute sul lavoro autonomo (+14,4%). Sul fronte delle società l’Ires si muove a rialzo con 287 milioni in più.

Dai dati delle entrate tributarie arriva anche un’indicazione positiva sulla ripresa delle compravendite immobiliari. L’imposta di registro sfiora una crescita del 50% (+871 milioni rispetto all’anno del Covid).

A pesare sul dato negativo della voce accertamento e controllo è ancora la sospensione dei versamenti delle cartelle esattoriali.

Ricordiamo, infatti, che il decretro Sostegni bis ha ulteriormente spostato il termine della moratoria pro contribuenti fissando al 1° settembre la data di ripresa delle niotifiche delle nuove cartelle e dei versamenti per quelle sospese dall’8 marzo 2020. I numeri sono ancora preceduti dal segno meno sia sul fronte delle imposte dirette che indirette. Complessivamente la lotta all’evasione nel primo semestre ha agarntito 3,5 miliardi (-13,7% sullo stesso periodo 2020).

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