Imposte

Dl fiscale, su marchi e brevetti partiti ancora in ordine sparso

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di Marco Mobili

Sul destino della nuova deduzione del 90% dei costi in ricerca e sviluppo di marchi e brevetti, introdotta con il decreto fiscale collegato alla manovra per sostituire il vecchio patent box, i partiti viaggiano ancora in ordine sparso. Mentre sembrano più che compatti, soprattutto con Lega, Pd , Fi e Iv, nel chiedere al Governo di ridurre il carico delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio che ora si sono concentrate a fine novembre. Sotto il tiro incrociato dei correttivi parlamentari anche il riversamento del credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Nel dossier degli emendamenti depositati in Commissione Finanze alle 12 di ieri (se ne contano 915) le richieste delle forze di maggioranza sul ritorno alla detassazione del 50% delle investimenti in software, brevetti, know how, non vanno tutte nella stessa direzione. Come detto Pd, Fi, M5S e Iv hanno chiesto lo stop alla norma che semplifica il regime del patent box, sostituendolo di fatto con una deduzione del 90% dei costi in ricerca e sviluppo di marchi, brevetti e di tutti i beni immateriali. Deduzione che diventa alternativa al credito d’imposta in ricerca e sviluppo. Roberta Toffanin (Fi) e Mauro Marino (Iv) hanno presentato emendamenti soppressivi dell’articolo 6 del decreto fiscale e in subordine chiedono modifiche che evitino complicazioni alle imprese, le quali restano però convinte della necessità di non cestinare una misura che stava funzionando (si veda anche l’intervista in pagina). Punto di convergenza comune per tutte le forze di maggioranza e su cui il Governo ha già detto di voler intervenire è quello di definire il periodo transitorio senza penalizzare con un tagliafuori le scelte dei contribuenti effettuate in dichiarazione per l’anno d’imposta 2020 dopo l’entrata in vigore del decreto fiscale e il cui adempimento scade il 30 novembre prossimo.

Sempre in tema di ricerca e sviluppo la senatrice Toffanin ha sottoscritto con Mauro Marino di Italia Viva altri correttivi sul credito d’imposta R&S, in particolare quello che consente all’impresa soggetta al controllo del Fisco di chiedere al Mise un parere preventivo sulla legittimità dei costi sostenuti in ricerca e sviluppo che rappresenti nei fatti una sorta di certificazione dell’invenstimento effettuato dall’impresa.

Più compatti i partiti, invece, nel chiedere di ridurre il carico dell tasse e delle cartelle di fine anno. Lega, Pd e FI, hanno presentato emendamenti sostanzialmente uguali per la proroga dal 30 novembre al 31 dicembre della scadenza per pagare le rate arretrate della rottamazione ter e del saldo e stralcio o in alternativa per spalmare il saldo in quattro rate trimestrali, la prima entro la fine dell’anno. Italia Viva chiede una diluizione con l’ultima rata da saldare il 23 dicembre. Dall’opposizione, invece, FdI chiede la proroga delle rate pendenti del 2020 e del 2021 della pace fiscale fino al termine dello stato di emergenza. Per restare in tema di rinvio di scadenze tra i correttivi c’è anche chi chiede lo spostamento al 31 gennaio 2022 dell’Irap dovuta dalle imprese che hanno superato i limiti del regime di aiuti temporaneo.

Il Movimento cinque stelle torna alla carica per il cosiddetto Superbonus per le imprese con la possibilità di cedere a terzi il credito d’imposta di Transizione 4.0. Proposta che era stata approvata e poi bloccata nella primavera scorso in attesa di un parere di Eurostat.

Con un emendamento di Dell’Olio il Movimento chiede, inoltre, di ripristinare il cashback. Il correttivo messo a punto anche con il relatore al Dl per la Finanze, Emiliano Fenu, prevede che il cashback valga per non più di una transazione nello stesso esercizio. Inoltre le operazioni minime con pagamenti digitali nel semestre passano da 50 a 60 e il 10% di restituzione della spesa effettuata è pari al 10% per i nuovi iscritti al meccanismo e del 5% per chi ha già l’iscrizione in atto. Il limite dei 150 euro di restituzione semestrale resta comunque invariato.

In attesa che ora arrivi al Senato il decreto approvato mercoledi sui controlli preventivi dei bonus edilizi, destinato a confluire come emendamento al decreto fiscale, la partita sui correttivi ripartirà martedì prossimo.

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