Adempimenti

Confprofessioni e Uncat in audizione: serve parità delle armi e trasparenza sull’intelligenza artificiale

L’audizione delle due sigle presso la commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria

di Federica Micardi

Accesso alle informazioni, parità delle armi, diritto alla privacy, confronto su metodi e processi. Senza dimenticare le cautele nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Sono alcuni dei punti sottolineati da Confprofessioni e Uncat (Unione nazionale camere avvocati tributaristi) nelle audizioni del 19 maggio davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

Accesso alle informazioni
Uncat non è contraria «pregiudizialmente» all’utilizzo delle nuove tecnologie per l’analisi dei dati fiscali, per la lotta all’evasione, o per garantire maggiore certezza del diritto. Ma mette in guardia dai rischi che sistemi di intelligenza artificiale di machine learning e deep learning implicano in termini di rispetto dei principi di uguaglianza, di difesa, di parità delle parti nel procedimento di accertamento e nel processo tributario.

Una parità spesso poco garantita, ad esempio nel caso della piattaforma del Ptt (Processo tributario telematico), gestita dal ministero dell’Economia e quindi accessibile all’amministrazione finanziaria, che ha la possibilità di “vedere” tutti i fascicoli processuali e può analizzarli anche sotto il profilo predittivo, potendo definire linee difensive in una condizione di privilegio rispetto ai difensori dei contribuenti.

Il tema dell’accesso alle informazioni è centrale anche per Confprofessioni, secondo cui la parità informativa implica il diritto del cittadino-contribuente e del professionista delegato di conoscere i dati riferibili alla sua persona in assoluta parità con le amministrazioni che ne sono in possesso.

L’approccio verso l’intelligenza artificiale
Secondo l’Uncat un approccio istituzionale responsabile all’intelligenza artificiale applicata al sistema fiscale deve garantire condivisione, trasparenza, verifica umana, responsabilità della amministrazione fiscale. E quindi:
1) prevedere sistemi di coinvolgimento di tutti gli operatori del settore tributario nella valutazione preventiva della metodologia e della tipologia di dati per la strutturazione dei data set di training e degli algoritmi predittivi e di data analysis e individuare standard e audit terzi e indipendenti;
2) individuare metodi e tecnologie atti a garantire ai difensori dei contribuenti l’accesso al codice sorgente e/o alla logica sottesa all’applicazione dell’intelligenza artificiale utilizzati a fini fiscali, così come già il Consiglio di Stato ha statuito con riguardo alle decisioni automatizzate della pubblica amministrazione;
3) escludere esplicitamente che l’atto di accertamento dell’agenzia delle Entrate sia frutto esclusivo di una procedura automatizzata;
4) rafforzare l’obbligo di motivazione dell’atto di accertamento;
5) vietare forme più o meno esplicite di social scoring fiscale.

Con riguardo alla prospettata creazione di una banca dati prodromica al progetto di giustizia predittiva tributaria, Uncat sottolinea la necessità di condividere con gli operatori i criteri di scelta dei data (sentenze, decreti, ordinanze e altro materiale giuridico) immessi nella banca dati, e di escludere che il sistema di intelligenza artificiale possa “confezionare” la decisione finale del giudice.

I principi e la digitalizzazione
Confprofessioni segnala i principi che devono guidare il processo di digitalizzazione: in primis quello di proporzionalità nell’acquisizione dei dati, il che significa che l’amministrazione fiscale deve individuare i soli dati strettamente necessari al perseguimento di obiettivi cogenti dell’amministrazione, in un processo di costante dialettica con il Garante dei dati personali, ed evitare di archiviare dati eccedenti rispetto a questi obiettivi.

Viene inoltre chiesto di impostare la raccolta e l’utilizzo dei dati personali da parte del Fisco attraverso moduli informatici che consentano l’espressione del consenso dell’interessato.

La sicurezza delle informazioni raccolte è un altro tema importante. Confprofessioni chiede che vengano predisposte accortezze del tutto peculiari e rafforzate nell’ambito delle operazioni di scambio e interoperabilità dei dati con amministrazioni finanziarie di Stati esteri.

La necessità di dialogo tra professionisti, fornitori di servizi telematici e Pa
Nel processo di digitalizzazione non va sottovalutato né dimenticato il ruolo attivo svolto da alcune professioni, che ha imposto importanti investimenti in hardware e software per stare al passo con gli adempimenti.

Raramente, però, ricorda Confprofessioni, l’amministrazione fiscale ha condiviso con le associazioni dei professionisti obiettivi e metodi degli strumenti informativi adottati, che spesso danno luogo a inefficienze che emergono soltanto dall’esperienza quotidiana dei professionisti; rilancia quindi la proposta di un tavolo permanente di confronto tra associazioni dei professionisti, fornitori dei servizi telematici e amministrazione pubblica allo scopo di prevenire le incongruenze.


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