Controlli e liti

Processo tributario telematico, sentenza digitale entro il 2018

di Giovanni Parente

Il processo tributario telematico (Ptt) punta già alla fase «3.0» e «4.0». L’estensione a tutte le Commissioni tributarie d’Italia a partire dal prossimo 15 luglio (anche se per ora resta esclusivamente una facoltà e non un obbligo) è infatti un ulteriore step per radicare sempre di più l’utiizzo del deposito del ricorso e della costituzione in giudizio attraverso la piattaforma Sigit messa a punto dalla direzione Giustizia tributaria del Mef. I prossimi passaggi potrebbero essere l’arrivo a una sentenza “nativa” digitale già entro il 2018 mentre l’altro grande obiettivo è definire le modalità per arrivarea udienze telematiche, anche se sul punto occorrerà una norma di legge che lo consenta. Sono gli spunti emersi nel convegno sul tema organizzato ieri a Roma dall’Uncat (Unione nazionale delle camere avvocati tributaristi). A fornire un quadro sullo stato attuali e sugli sviluppi futuri del Ptt è stato Fiorenzo Sirianni, a capo della direzione Giustizia tributaria del Mef. Nelle prossime settimane partirà il confronto con l’organo di autogoverno dei giudici tributari (Cpgt) per arrivare a condivisione sui parametri tecnici attraverso cui si potranno emettere anche le sentenze in formato digitale. Un obiettivo che, una volta definiti i provvedimenti attuativi, potrebbe concretizzarsi già nel prossimo anno.

All’orizzonte c’è, però, un’altra riforma che potrebbe rivelarsi in un’effettiva semplificazioni per le parti in “causa”: l’introduzione dell’udienza telematica. Un’innovazione che potrebbe comportare vantaggi (e risparmi) in termini di spostamenti perché eviterebbe di doversi recare fisicamente presso le sedi delle Commissioni tributarie. Per arrivarci, però, sarà necessario un intervento legislativo che ne consenta lo svolgimento.

Del resto, il componente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Giuseppe Di Martino, ha messo in evidenza che «il processo tributario telematico va visto come un’opportunità che inizialmente creerà disagi, insofferenze, problematiche ma che una volta rodato si rivelerà uno strumento di sicuro vantaggio per il professionista». A questo, però, va anche accompagnata una riforma della giustizia tributaria: «A oggi non è più pensabile andare avanti con il giudice part time perché le questioni sottoposte all’esame sono sempre più dedicate e di nicchia. L’invito è collaborare a una modifica che vada verso una professionalizzazione del processo tributario».

Dal presidente dell’Uncat, Antonio Damascelli, è arrivato l’«non si ripropongano col processo tributario telematico antiche questioni che hanno inondato nel passato lontano le Corti di merito e della Cassazione in ordine, ad esempio, alla forma della procura alle liti ed alle sue molteplici modalità di allegazione all’atto, stante la sanzione dell’inammissibilità in sua mancanza».

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