Professione

Per i professionisti cumulo con assegno in due tempi

di Mauro Pizzin e Matteo Prioschi

La flessibilità in uscita dal mondo del lavoro dovrebbe a breve fare un nuovo passo in avanti. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervenendo ieri a Torino al Festival del lavoro organizzato daiconsulenti del lavoro, ha affermato che la circolare che attuerà ilcumulo contributivo anche per chi ha versato contributi alle casse di previdenza dei professionisti è pronta e già in queste ore o al massimo lunedì sarà inviata al ministero del Lavoro per il via libera definitivo. La disposizione, introdotta con la legge di bilancio dello scorso mese di dicembre, finora è rimasta inattuata per i professionisti perché in alcuni casi i requisiti di accesso alla pensione previsti dalle casse di previdenza sono diversi da quelli validi per la generalità dei lavoratori. Un disallineamento che potrebbe portare le casse a erogare prima del previsto gli assegni, con conseguenze negative sui loro bilanci, che devono essere sostenibili a 30 anni.

Come ha sottolineato Boeri, la norma è scritta male perché non dice cosa si deve fare in caso di requisiti anagrafici diversi. In mancanza di una copertura normativa, l’Inps ha individuato una soluzione pro-rata: si dà la possibilità di utilizzare subito il cumulo per il diritto alla pensione, mentre per quanto riguarda l’importo dell’assegno, l’istituto versa l’importo di sua competenza appena si raggiungono i relativi requisiti, mentre quello correlato ai contributi versati alla cassa professionale scatterà al raggiungimento degli altri requisiti. L’assegno corrisposto dall’Inps sarà tecnicamente un anticipo della pensione, perché in caso contrario avrebbero dovuto essere riconosciute anche la quattordicesima, le integrazioni e le maggiorazioni sociali in caso di importi bassi, determinando un appesantimento dei conti. L’Inps ha individuato questa soluzione dialogando con il ministero del Lavoro, ha ricordato Gabriella Di Michele, direttore generale dell'istituto, ma non è escluso che nella prossima legge di bilancio venga inserita una disposizione che “blindi” quanto contenuto nella circolare.

Il presidente Boeri ha anche auspicato che nell’affrontare il problema dell’occupazione si abbandoni l’approccio per cui finora invece di facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro di giovani e donne si aumenta la spesa previdenziale, favorendo le uscite anticipate. La direzione da prendere è usare tutte le risorse disponibili per ridurre il costo del lavoro. «Mi sembra che la prossima legge di bilancio abbia risorse limitate, mettiamole tutte per ridurre il carico fiscale e contributivo sul lavoro, anche quelle previste per Industria 4.0 – ha affermato – Potremmo decidere che le imprese 4.0 che investono in formazione possono beneficiare di un tetto più alto di decontribuzione: si parla di circa 4mila euro, potrebbe salire a 5-6mila euro. Si tratta di un modo per incentivare la formazione e ridurre il carico fiscale, favorendo le assunzioni».

Tuttavia il fronte della flessibilità di accesso alla previdenza è tutt’altro che chiuso, secondo quanto affermato dal Bruno Busacca, responsabile della segreteria tecnica del ministero del Lavoro. Preso atto dell’insuccesso del part time pre-pensionamento introdotto dalla legge di Stabilità del 2016, e che l’Ape volontario ancora deve ancora partire ma secondo Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro è troppo costoso, per il dirigente ministeriale gli italiani devono superare l’idea della transizione dal lavoro alla pensione per cui si passa in un giorno da uno all’altra. «Dovremmo iniziare a considerarla in modo diverso, nei prossimi anni dovremo sperimentare forme innovative per il passaggio elasticamente dal lavoro alla pensione».

Peraltro ieri Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito che per loro deve essere modificato il meccanismo che prevede l’adeguamento automatico dei requisiti anagrafici in base all’allungamento della speranza di vita.

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