Imposte

Rendite finanziarie, al 20% la tassazione anche per le Casse

Nel corso degli «Stati generale della Previdenza», evento organizzato dall’Adepp, il viceministro Leo anticipa i contenuti della delega fiscale per gli enti pensionistici

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di Federica Micardi

La tassazione sui rendimenti finanziari delle Casse di previdenza sarà abbassata dall’attuale 26% al 20%. Lo ha detto il vice ministro all’Economia Maurizio Leo nel corso del suo video intervento agli «Stati generali della previdenza», organizzato dall’Adepp, l’associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti, che si è svolto a Roma.

Il Governo ha approvato il disegno di legge delega della riforma del sistema tributario attualmente all’esame della Commissione Finanze alla Camera. All’interno di questo provvedimento, racconta Leo «si è pensato di allineare il trattamento tributario dei fondi pensione con quello applicato alle Casse di previdenza tra cui ora c’è un disallineamento e quindi, anche per le Casse, di arrivare ad un’aliquota impositiva del 20% su rendimento degli investimenti » dichiara Leo. Un’obiettivo che il viceministro e il Governo intendono perseguire con questa riforma e, conclude Leo «auspichiamo che parte delle risorse che si otterranno da questo risparmio possano essere indirizzate in investimenti in titoli del debito pubblico». A quanto ammonta questo risparmio lo ha spiegato il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti. «Le Casse di previdenza hanno versato all’erario 765 milioni, l’abbassamento dal 26 al 20% vale tra i 10 e i 12 milioni a punto». Un risparmio quindi tra i 60 e i 72 milioni di euro.

Oliveti, nel suo intervento di apertura dei lavori degli «Stati generali della previdenza», evento organizzato per favorire un confronto con il mondo politico e quello economico, ha messo sul tavolo i temi più importanti per la previdenza dei professionisti: la regolamentazione degli investimenti, le linee guida su cui le Casse dovranno lavorare per predisporre una regolamentazione interna sono attese entro la fine di giugno; la tassazione sui rendimenti, chiesta da anni per liberare risorse da investire nel welfare; la ridefinizione delle regole degli appalti, perché «navigare nei mercati finanziari servono regole libere ed è un problema essere ingessati da norme esterne»; la necessità di favorire le aggregazioni professionali e interprofessionali; la semplificazione dei controlli e delle normative; la necessità di ampliare la platea guardando anche a tirocinanti e specializzandi; la riconsiderazione dei criteri di sostenibilità delle Casse.

Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone sottolinea l’attenzione che l’attuale Governo ha verso il mondo delle professioni intellettuali. L’aver scelto come ministro del Lavoro, chi fino a poco tempo fa ha rappresentato il Comitato unico delle professioni è un segnale, così come la norma sull’equo compenso per i professionisti che vede come prima firmataria Giorgia Meloni.

Calderone ricorda che le Casse sono partite con un debito latente quando sono state privatizzate e oggi vantano un patrimonio complessivo di 107 miliardi «che - sottolinea -afferiscono alla parte attiva del bilancio dello Stato. Oggi le Casse erogano welfare a tuttotondo e consentono la sopravvivenza e la prosperità del tessuto professionale». Date queste premesse per il ministro è arrivato il momento di rimettere le mani alla riforma delle professioni, bisogna puntare sulle aggregazioni anche multidisciplinari e abbandonare il modello di micro-realtà, passo necessario per attrarre i giovani nella professione. «Due anni di pandemia hanno restituito un conto salato al mondo professionale - ricorda Calderone - 456mila professionisti persi di cui moltissimi giovani che hanno meno capacità di resistere alle turbolenze di mercato». Le Casse, conclude il ministro del Lavoro, «sono uno strumento indispensabili per la gestione del welfare e sono un interlocutore imprescindibili per le politiche di sviluppo per il lavoro autonomo».

Il ruolo cruciale che le professioni hanno e potranno avere nello sviluppo del Paese è riconosciuto anche dal sistema bancario. Il ceo di Intesa SanPaolo Carlo Messina, intervenuto in collegamento agli Stati generali della pre-videnza, ha dichiarato che il mondo delle professioni ha tante potenzialità nel sostenere lo sviluppo del paese. Due i possibili ambiti di collaborazione: offrire come banca prodotti ad hoc per i professionisti e affiancare come investitore le Casse di previdenza in quelle iniziative che possono portare valore aggiunto al paese.

La giornata di ieri è stata anche l’occasione per parlare di welfare delle professioni; in particolare di Emapi, l’ente di mutua assistenza dei professionisti, che offre assistenza sanitaria integrativa. «Sono 15 le Casse che ad oggi hanno aderito, per un totale di 1,3 milioni di professionsti - racconta il presidente Emapi Nunzio Luciano - per quasi 2 milioni di polizze». Tra i progetti futuri la creazione di una pittaforma Emapi, Long term care, l’assistenza domiciliare integrata, la fecondazione assistita e servizi di supporto colo lo psicologico o il baby sitting.

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