Diritto

Versione semplificata per le mini-imprese

Nel documento predisposto dall’Uni indicazioni concrete e prassi di riferimento

di Sa.G

Fino al 26 giugno prossimo l’Uni (Ente italiano di normazione) manterrà in consultazione pubblica il documento dedicato al “Modello semplificato di organizzazione, gestione e controllo di cui al Dlgs 231/2001 per la prevenzione dei reati contro la Pubblica amministrazione e dei reati societari nelle micro e piccole imprese” e che raccoglie le prassi di riferimento elaborate in materia.
Questo “nuovo” e più agile modello organizzativo sarà riservato a due delle categorie di enti considerati dalla Raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione europea del 6 maggio 2003, ed in particolare alle imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro (micro imprese) e a quelle con meno di 50 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo inferiore a 10 milioni di euro (piccole imprese).
Lo scopo è quello di offrire a tali realtà imprenditoriali l’opportunità di applicare le disposizioni del Dlgs 231/2001, e quindi di fruire degli istituti premiali, attenuanti o esimenti, là considerati, sfruttando il patrimonio di conoscenze acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con Uni, nell’ambito del “Progetto di razionalizzazione dei controlli sulle imprese”, nell’ambito della valorizzazione delle esperienze virtuose presenti sul mercato, utili alla semplificazione dei rapporti tra pubblica amministrazione e imprese e ciò attraverso l’individuazione di una serie di modalità organizzative, gestionali e di controllo per l’adempimento degli obblighi contemplati dagli articoli 6 e 7 del Dlgs 231/2001, recependo e approfondendo le Linee Guida fornite da Confindustria – da ultimo – nel giugno 2021.
L’elaborato, dal taglio pratico-operativo, elenca i requisiti minimi del modello organizzativo, a partire dai contenuti descrittivi e precettivi, confermando la forza inarrestabile della soft law nella definizione dei contenuti dei modelli di organizzazione, gestione e controllo.
Sul versante della composizione dell’organismo di vigilanza – tema delicato, trattandosi di bilanciare l’efficacia dei controlli con l’esigenza di minimizzazione dei costi, particolarmente avvertita dalle micro e piccole imprese –, il documenti ribadisce come negli enti di piccole dimensioni le relative funzioni possano essere svolte direttamente dall’organo amministrativo, ma ipotizza anche altre soluzioni, ritenute maggiormente in grado di assicurarne i requisiti di autonomia, indipendenza e professionalità: l’assegnazione ad un consulente esterno con adeguata professionalità sulla materia o, alternativamente, al sindaco unico, ove nominato, o al responsabile del sistema di gestione aziendale eventualmente adottato dall’impresa, salva ovviamente la facoltà riconosciuta alla governance di optare per un organismo di vigilanza con composizione collegiale (in questo caso attraverso la “combinazione” delle figure appena indicate).

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