Imposte

Anche gli autonomi beneficiano del calo dell’Irpef

Rimane il divario con i lavoratori subordinati: importi uguali subiscono ancora un peso fiscale diverso

di Andrea Dili

La rimodulazione dell'Irpef contenuta nella legge di bilancio porterà alcuni vantaggi anche ai percettori di redditi di lavoro autonomo, che beneficeranno di un moderato taglio dell'imposta. Rimane, tuttavia, la distanza sia dai lavoratori dipendenti che dai pensionati che, a parità di reddito, continuano a ffruire di un carico d'imposta più leggero. È questa la sintesi delle misure messe in campo dal Governo e dal Parlamento per quello che dovrebbe costituire il primo passo della revisione dell'imposizione sui redditi prodotti dalle persone fisiche contenuta nel disegno di legge delega per la riforma fiscale.

In buona sostanza anche i lavoratori autonomi beneficeranno della revisione di aliquote e scaglioni nonché di un lieve incremento della relativa detrazione, che – di fatto – sposta il limite della cosiddetta “no tax area” da 4.800 a 5.500 euro. Nel dettaglio si tratta:

1 del taglio delle aliquote del secondo e del terzo scaglione, che rispettivamente passano dal 27% al 25% e dal 38% al 35%;

2 della rimodulazione dell'ampiezza del terzo scaglione, che si ferma a 50mila euro dai precedenti 55mila;

3 dall'aggregazione del quarto e del quinto scaglione, in modo che i redditi superiori a 50mila euro trovino allocazione in un unico scaglione con aliquota del 43%;

4 dell'incremento della detrazione prevista dall'articolo 13, comma 5 del Tuir a favore dei percettori di redditi di lavoro autonomo fino a 50mila euro;

5 dell'introduzione di un micro detrazione aggiuntiva pari a 50 euro per i soli lavoratori autonomi che realizzano redditi compresi tra 11.001 e 17mila euro, detrazione aggiunta al fine di rafforzare i benefici a vantaggio dei contribuenti meno premiati dalle misure.

In termini assoluti l'insieme degli interventi genera il massimo risparmio d'imposta, 810 euro annui, a 50mila euro di reddito; mentre, più in generale, i soggetti che ne traggono i maggiori benefici si collocano nelle classi comprese tra 45mila e 60mila euro di reddito.

Ragionando sempre in termini assoluti si può constatare come per i contribuenti con redditi bassi i risparmi d'imposta siano indiscutibilmente esigui (inferiori a 200 euro annui), anche rispetto al bonus varato nel 2014 a favore dei lavoratori dipendenti delle medesime classi di reddito, che ammontava a 960 euro annui.

Il raffronto tra imposizione su redditi di lavoro dipendente e redditi di lavoro autonomo aiuta a evidenziare quello che appare come il maggior limite della revisione dell'Irpef 2022: in termini orizzontali il modello rimane assai iniquo. A parità di reddito prodotto, infatti, il divario tra dipendenti e autonomi resta, soprattutto sulle classi di reddito basse, enorme: a 12mila euro di reddito un autonomo versa 1.666 euro d'imposta contro zero del dipendente, a 14mila 2.244 euro contro 140, a 16mila 2.742 euro contro 692, a 20mila 3.928 euro contro 2.058.

Quindi, nonostante molti addetti ai lavori avessero sottolineato come occorresse recuperare l'equità orizzontale dell'Irpef, la revisione della legge di bilancio 2022 non risolve tale distorsione.

Considerando che nello schema delineato dal disegno di legge delega sulla riforma fiscale l'imposizione sui redditi delle persone fisiche dovrà essere ricondotta a un modello duale, che lascerebbe all'interno dell'Irpef i soli redditi di lavoro, è auspicabile che tale problematica venga risolta nei prossimi passaggi della riforma.

Analogamente rimane il divario con i soggetti che possono optare per il regime sostitutivo forfettario, divario crescente all'aumentare del reddito, come evidenziato nella tabella in pagina che riguardo ai contribuenti forfettari evidenzia valori calcolati su redditi imponibili al netto dei coefficienti di redditività previsti dalla legge.

Se, quindi, si prendono in considerazione i soli redditi di lavoro prodotti dai contribuenti italiani, si può facilmente riscontrare come il principio di equità orizzontale sia disatteso sia all'interno dell'Irpef (dipendenti vs. autonomi) che esternamente (forfettari), dando origine a un sistema di tassazione dei redditi delle persone fisiche estremamente frammentato.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©