Imposte

Il mercato sospende le cessioni dei crediti. Banche impegnate a smaltire l’arretrato

Chi vuole vendere bonus frutto di ristrutturazioni attualmente non ha strade. Capacità fiscale esaurita e incertezze normative pesano sugli acquirenti

di Giuseppe Latour

Serrande abbassate per le cessioni di crediti fiscali. Un’impresa, un professionista o un semplice privato che vogliano vendere crediti frutto di operazioni di ristrutturazione di un immobile oggi non hanno porte alle quali bussare (a parte la difficile possibilità di una cessione tra privati): il canale delle banche o di soggetti come Poste e Cassa depositi e prestiti è, di fatto, venuto meno. Secondo una ricognizione effettuata dal Sole 24 Ore, il mercato che aveva preso forma nei mesi scorsi si è quasi totalmente impantanato.

A pesare sono, soprattutto, le incertezze normative (come quelle derivate dalle recenti sentenze della Cassazione in materia di sequestri) e l’esaurimento della capacità fiscale, cioè la possibilità che il sistema ha di assorbire i crediti.

La commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario a settembre aveva calcolato che tutto il mercato ha una capacità pari a circa 16,2 miliardi ogni anno. Moltiplicando questa grandezza per cinque anni (l’arco di vita del 110%), aveva stimato la capienza fiscale massima, che è di poco inferiore agli 81,2 miliardi di euro. Sull’altro piatto della bilancia, a settembre erano stati già assunti impegni per crediti pari a poco meno di 77 miliardi. Già da qualche settimana, allora, il mercato era vicino al suo limite.

Con la sospensione di lunedì, Poste si è di fatto allineata alla tendenza di questa fase: la gran parte delle società e degli istituti di crediti impegnati negli acquisti dei bonus ha, infatti, bloccato le nuove acquisizioni, spostando l’attenzione solo sullo smaltimento del consistente pregresso.

È il caso di Intesa Sanpaolo, attualmente concentrata a evadere richieste pregresse che ammontano complessivamente a circa 20 miliardi di euro. Per adesso, quindi, è impossibile acquisire nuove pratiche, perché la capacità fiscale disponibile è tutta impegnata. Non si tratta, però, di una chiusura a tempo indeterminato. Soprattutto le quarte cessioni a imprese libereranno capacità fiscale (due operazioni per poco meno di 400 milioni di euro sono state già concluse), consentendo di riaprire e soddisfare nuove richieste.

Ha sospeso gli acquisti anche UniCredit, che ha già incamerato crediti per circa cinque miliardi. In questi mesi l’istituto ha continuato a gestire caso per caso le pratiche esistenti. Per il futuro, sta valutando le soluzioni più idonee per riaprire la possibilità di acquistare nuovi crediti derivanti da bonus edilizi.

Banco Bpm ha già acquisito due miliardi di euro di crediti, ai quali si sommano impegni già contrattualizzati con i propri clienti per altri due miliardi, portando il totale a quattro miliardi circa. Un ammontare che esaurisce la sua capienza fiscale. Quindi, ad oggi non acquisisce nuove pratiche ma porta avanti quelle già avviate.

Crèdit Agricole sta garantendo l’acquisto dei crediti di imposta dei clienti che avevano già prenotato il plafond. «Attualmente - spiegano - stiamo inoltre lavorando per liberare nuova capacità fiscale grazie alle cessioni». L’acquisizione di nuove pratiche è, allora, ferma. Anche se l’obiettivo per il futuro è tornare ad aprire ai clienti.

Da Bper spiegano che «l’accoglimento di nuovi progetti di cessione di crediti fiscali è momentaneamente sospeso, fino al 31 dicembre». I clienti che hanno già caricato i progetti sulla piattaforma possono completare la procedura. Anche se l’avvio della procedura non garantisce che questa vada in porto in maniera positiva.

A maggio scorso anche Bnl ha sospeso gli acquisti. E lo ha fatto perché, a causa del grande interesse della clientela, aveva accumulato uno stock di pratiche sovradimensionato rispetto alle sue possibilità di gestione. La sospensione è ancora in corso, anche se dall’istituto spiegano che è temporanea e che la capacità fiscale non è esaurita: superata questa fase, sarà possibile riaprire agli acquisti.

Da Credem fanno sapere che «la banca, in attesa di comprendere meglio l’evoluzione normativa della materia, a seguito della sospensione dell’acquisto di crediti di imposta avvenuta lo scorso mese di febbraio, sta perfezionando le ultime contrattualizzazioni a saturazione della attuale tax capacity». Insomma, niente nuovi acquisti anche per loro.

Banca popolare di Sondrio ha fermato gli acquisti e porta avanti solo le pratiche presentate nei mesi scorsi. Resta chiusa Deutsche bank, che già da qualche mese ha sospeso il prodotto legato all’acquisto dei crediti fiscali. Ha sospeso gli acquisti anche Banca Sella, che porta avanti solo le pratiche già avviate.

Le banche del Gruppo Cassa centrale, infine, stanno gestendo gli acquisti dei crediti sorti per interventi già definiti e concordati con la propria clientela, valutando con molta prudenza e nel limite della propria tax capacity nuove acquisizioni. Mentre dal Gruppo Iccrea arriva un piccolo barlume di speranza: alcune Bcc non hanno sospeso gli acquisti e, comunque, continuano a gestire le pratiche in corso.

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