Controlli e liti

Contenzioso tributario, la banca dati delle sentenze resta in uso a giudici e Agenzia

Il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria risponde all’istanza dell’Aidc. Il progetto di un database «aperto» resta sulla carta, nonostante i 3,6 milioni di euro di finanziamento

di Ivan Cimmarusti

La banca dati delle sentenze tributarie di merito resta, almeno per il momento, in uso esclusivo ai giudici e all’agenzia delle Entrate. Questo pur in presenza di un provvedimento del Garante del contribuente della Lombardia, che aveva richiesto al ministero dell’Economia di rendere «pubbliche» le decisioni per favorire il lavoro difensivo dei professionisti del fisco.

La missiva dell’Aidc

A gennaio scorso il presidente dell’Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc), Andrea Ferrari, ha preso carta e penna e ha inviato una missiva all’attenzione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt). Ha chiesto il motivo di questa lentezza nell’attuare il principio di «parità delle armi» tra i contendenti nel processo tributario, come richiesto dal Garante.

Nella risposta del Cpgt si precisa che l’avvio di una banca dati «aperta» rappresenta il «pilastro di un progetto che questo Consiglio ha elaborato e che, ritenuto meritevole di attuazione, è stato inserito tra gli obiettivi del Pnrr». Una replica schietta, ma che nasconde un certo imbarazzo.

Il progetto da 3,6 milioni di euro

Per capire cos’è successo, infatti, bisogna fare un passo indietro. A marzo 2021 il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria ottiene un finanziamento da 3,6 milioni di euro di fondi dell’agenzia per la Coesione territoriale.

Il denaro ha un obiettivo ambizioso: disporre un restyling del «magazzino» virtuale di sentenze in uso a giudici e Agenzia, per aprirlo anche ai professionisti. Una banca dati di intelligenza artificiale che contenga sentenze, massime e orientamenti di tutte le Ctp e Ctr italiane, pubblicate in tempo reale.
Passano i mesi, all’iniziativa del Cpgt prende parte anche il Mef, ma della banca dati non si sa più nulla. Eppure, i soldi sono arrivati e il progetto è pronto.

Il Garante del contribuente

Intanto l’Aidc – che da tempo chiede una banca dati «aperta» delle sentenze anche per i professionisti – invia ad aprile 2021 una richiesta di parere al Garante del contribuente della Lombardia. La risposta, giunta a maggio, è lapidaria: «Il Mef dovrà mettere a disposizione dei contribuenti e di ogni interessato, a partire dal 1° giugno 2021, data nella quale sarà imposto a tutte le Commissioni Tributarie l’obbligo di redazione digitale delle sentenze tributarie, l’accesso generalizzato alle sentenze delle predette Commissioni per il tramite del Portale della Giustizia Tributaria ovvero di altra banca dati idonea allo scopo».

A questo parere del Garante il Mef non ha mai risposto, il progetto del banca dati «aperta» resta sulla carta e non si sa come siano stati utilizzati quei 3,6 milioni di euro che il Cpgt aveva ottenuto per l’iniziativa.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©