Finanza

Nuovi sostegni anticrisi spesso inattuati e settoriali

ADOBESTOCK

di Gian Paolo Ranocchi

È un piano di aiuti tra luci e ombre quello varato a favore delle imprese con gli ultimi decreti del Governo.

Una spinta riguarda il bonus investimenti rafforzato, ma solo in relazione alle spese afferenti beni immateriali e formazione 4.0. Si tratta di costi non ricorrenti e che, solitamente, riguardano una platea di contribuenti piuttosto contenuta. Per chi ne beneficerà si tratta comunque di un’accelerazione dell’agevolazione piuttosto significativa visto che il credito d’imposta formazione 4.0 per le piccole imprese sale dal 50 al 70% e per le medie dal 40 al 50% mentre per i software industria 4.0 per gli investimenti 2022 (con coda al 30 giugno 2023 in caso di prenotazione) il credito d’imposta passa dal 20 al 50 per cento.

Restano oggi confermate due scadenze importanti di cui le imprese dovranno tenere conto. Il bonus investimenti ordinari (materiali e immateriali) terminerà con il 31 dicembre 2022 salvo proroga al 30 giugno 2023 per gli investimenti prenotati entro il 31 dicembre 2022. Entro il 31 dicembre 2022 è possibile effettuare gli investimenti prenotati entro il 31 gennaio 2021 fruendo delle misure agevolative in vigore nel 2021, ben più vantaggiose di quelle oggi in vigore.

Sul fronte del “caro carburante” sono due i comparti di attività agevolati. Per gli autotrasportatori (trasporto merci con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7.5 tonnellate) è previsto un credito d’imposta del 28% dei costi di acquisto di gasolio del primo trimestre 2022. Condizione per accedere al bonus fiscale è che i mezzi siano conformi almeno allo standard antinquinamento Euro5. Per gli esercenti attività agricola e della pesca il bonus pari al 20% riguarda sia il gasolio che la benzina sempre per gli acquisti del primo trimestre 2022. In entrambi i casi il credito d’imposta, che va calcolato sul costo del carburante al netto dell’Iva, è esente da imposizione e non sconta limiti quantitativi di utilizzo.

Per le imprese del settore turistico recettivo, fieristico e dei parchi a tema, arriva un credito d’imposta a valere sulla seconda rata dell’Imu 2021. La fruizione del bonus è però condizionata ad una serie di condizioni. L’immobile gravato da Imu deve rientrare nella categoria D/2 e deve essere quello nel quale è svolta l’attività; i proprietari (letteralmente dell’immobile) devono essere i gestori dell’attività esercitata; occorre che vi sia stato un calo del fatturato o dei corrispettivi nel secondo semestre 2021 di almeno il 50% rispetto al corrispondente dato del 2019. Molti paletti per un’agevolazione tutto sommato contenuta.

I crediti d’imposta per i consumi di gas naturale ed energia elettrica salgono per tutti: soggetti gasivori, energivori e non.

Infine per quanto riguarda i contributi a fondo perduto, le partite Iva devono pazientare. Questo vale sia per le imprese economicamente coinvolte nel conflitto Russia-Ucraina e che presentano i requisiti previsti dall’articolo 18 del decreto Aiuti (Dl 50/2022), sia in relazione all’indennità per i lavoratori autonomi prevista dell’articolo 33 dello stesso decreto (speculare ai 200 euro per dipendenti e pensionati). Senza i provvedimenti attuativi, infatti, gli aiuti restano ai blocchi.

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