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Riforma fiscale, la base di una marcia rapida ma difficile

di Jean Marie Del Bo

Il documento che è stato varato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato sulla riforma fiscale costituirà una base importante e significativa da affidare al Governo per un percorso che si preannuncia, anche in modo un po’ contraddittorio, rapido, ma ricco di ostacoli. A partire da quello delle risorse.

Già il 31 luglio è previsto che veda la luce il disegno di legge delega governativo che passerà al Parlamento per il via libera entro la fine dell’anno per poi prendere la strada dei decreti attuativi, in modo da arrivare alla riforma nel corso del 2022. Percorso che si svolgerà sotto la guida di una commissione tecnica di nomina governativa.

Il quadro che esce dal documento è (ed era inevitabile) articolato. Da un lato c’è la condivisione degli obiettivi di crescita e di semplificazione. Condivisione, allo stesso modo, di alcuni ambiti di intervento che vengono ritenuti decisivi per la riscrittura del sistema. Si va, per esempio, dalle critiche all’Irpef attuale alla condivisione di nuove regole per il versamento degli autonomi, dalla necessità di semplificare l’Ires e di reintrodurre l’Iri, di rivedere la tassazione delle rendite finanziarie all’introduzione di misure fiscali che favoriscano la tutela dell’ambiente, alla necessità di riscrivere i rapporti fra Fisco e contribuenti nell’ambito di una necessaria e incisiva lotta all’evasione. Molti elementi che si poteva immaginare fossero comuni alle forze politiche. E una grande ritrosia sulle risorse per finanziare l’operazione. Dall’altro ci sono scelte più nette, come quella del riferimento ma il reddito individuale e non a quello familiare. Infine temi affrontati in modo forse troppo rapido e sfuggente come le addizionali locali.

Il confronto dell’ultima ora è stato a sua volta significativo. Perché ha toccato temi caldi e contesi. Tutti d’accordo, per esempio, sul superamento dell’Irap, con la necessità, però, di evitare aggravi sui dipendenti. E così l’attenzione è andata, poi, alla lotta all’evasione, in parte riscritta, e al regime forfettario, confermato nel sistema, proprio per ragioni di spinta alla crescita. Questo mentre è saltata all’ultimo momento - come molte altre volte in passato - l’ipotesi di puntare su un riordino del Catasto.

Proprio questi esempi ci riportano alle difficoltà del percorso rapido che ci attende. Fissati i principi generali, verrà il momento di scelte più chiare che non saranno facili e chiameranno in causa quella capacità di sintesi che il Governo ha dimostrato in più di un’occasione. Questa volta il passaggio sarà davvero ostico. Tanto più che non sono chiare le risorse finanziarie su cui si potrà fare affidamento per reperire le risorse necessarie ad affrontare una riforma ambiziosa. E questo è il tema che potrebbe creare un ostacolo molto pesante al progetto che si sta provando a far nascere.