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Tassazione degli alcolici nella Ue, consultazione pubblica della Commissione

di Giorgio Emanuele Degani

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla possibilità di rivedere le aliquote minime d’accisa applicate all’alcol e ai prodotti alcolici nella Ue. La procedura, aperta lo scorso 11 aprile, si chiuderà il 4 luglio 2022.

Lo scopo della Commissione è quello di raccogliere le opinioni circa le aliquote minime oggi applicate, per verificare la loro incidenza in termini di accessibilità e di domanda dei prodotti alcolici nell’Unione, nonché dei possibili sviluppi di mercato.

E infatti, con la Comunicazione della Commissione del 3 febbraio 2021 («Piano europeo di lotta contro il cancro»), le istituzioni europee si sono interrogate sulla possibilità di prevenire il consumo nocivo di alcol, mediante un riesame della legislazione sulla tassazione dell’alcol e sugli acquisti transfrontalieri di prodotti alcolici da parte di privati, assicurandosi che rimanga adatta allo scopo di bilanciare gli obiettivi in materia di entrate pubbliche e di protezione della salute.

Il livello di tassazione

Nella Ue esistono aliquote minime sull’alcol e sulle bevande alcoliche, basate su una serie di categorie di prodotti. Aliquote minime di accisa sono fissate per birra, vino, bevande fermentate diverse dal vino e dalla birra (come il sidro), prodotti intermedi (come porto e sherry) e alcol etilico (acquaviti). Gli Stati membri possono comunque fissare internamente la propria aliquota d’accisa, come richiesto dai rispettivi bilanci nazionali: ma le aliquote devono essere superiori a quelle minime previste dalla direttiva 92/83/Cee.

Queste aliquote, però, risalgono al 1992 e – eccetto le modifiche intervenute nel 2020 e relative soprattutto alle categorie merceologiche di prodotto – le regole impositive sono rimaste pressoché immutate nel tempo.

L’obiettivo della consultazione

La consultazione servirà dunque a valutare se le aliquote minime di accisa sull’alcol e sulle bevande alcoliche siano ancora valide e a garantire che la base impositiva (volume o contenuto alcolico delle bevande) sia adeguata agli obiettivi politici, data l’evoluzione dell’alcol modelli di consumo.

La revisione esaminerà il quadro dell’accisa sull’alcol e la sua adeguatezza per combattere la frode fiscale, proteggere la salute pubblica e perseguire obiettivi più ampi di tutela nella societàLa consultazione esaminerà il quadro politico tenendo conto delle norme nazionali e della Ue, posto che nella valutazione saranno presi in considerazione i dati qualitativi e quantitativi per valutare la direttiva.

L’intervento della Commissione Ue è certamente apprezzabile, considerata la necessità di una armonizzazione sempre maggiore che porti a regoli uniformi per un comparto fondamentale nell’economia di parecchi Stati membri, tra cui anche l’Italia. Si pensi, ad esempio, al fatto che il solo settore vinicolo in Italia vale circa 15 miliardi di euro ed è in costante crescita. Cifre importanti che necessitano di una regolamentazione fiscale chiara, specifica e al passo con l’evoluzione, per assicurare certezza agli operatori del settore.