Professione

Tregua fiscale, Casse schierate per il «no»

Nessuna adesione da parte degli enti previdenziali dei professionisti al saldo e stralcio dei mini debiti. Solo in cinque aprono alla rottamazione

di Valeria Uva

La rottamazione delle cartelle non piace alle Casse dei professionisti: alla proposta di stralciare i debiti previdenziali sotto i mille euro hanno detto «no» tutti gli enti di previdenza privati, mentre solo poche Casse hanno deciso di permettere la definizione agevolata.

Una chiusura totale che sembra lasciare poco spazio a una eventuale riapertura dei termini: il Governo ha infatti depositato un emendamento al decreto Milleproroghe (non ancora approvato) che riaprirebbe le possibilità di adesione, spostando la scadenza dal 31 gennaio al 31 marzo per le decisioni delle Casse. Ma dopo un «no» così compatto di tutti gli enti una marcia indietro sembra difficile.

Gran parte delle Casse ha scelto di non consentire ai propri iscritti morosi alcun tipo di sanatoria: oltre alla chiusura totale verso il saldo e stralcio dei debiti sotto i mille euro, in poche, infatti, consentiranno la rottamazione delle cartelle affidate alle Entrate dal 2000 al 30 giugno 2022, pagando solo la quota capitale (di fatto i contributi). La chance sarà possibile per avvocati, biologi, giornalisti, ragionieri e veterinari che potranno fare domanda alle Entrate entro il 30 aprile (salvo proroghe del termine al momento in discussione in Parlamento).

La strada della rottamazione, invece, è preclusa agli altri, compresi commercialisti, architetti e ingegneri, notai, attuari, chimici, fisici e geologi. Le casse di questi professionisti infatti hanno optato per la non adesione alla nuova sanatoria. Altre categorie, come i consulenti del lavoro, i periti industriali o gli psicologi, non potranno comunque partecipare, in quanto non affidano la riscossione delle cartelle all’agenzia delle Entrate.

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