Controlli e liti

La fama di Abbado non è misura della capacià contributiva

Vittoria postuma in Cassazione del maestro e senatore a vita Claudio Abbado, scomparso nel 2014. In un contenzioso con il Fisco vecchio di 40 anni, relativo all’anno d’imposta 1976, l’agenzia delle Entrate aveva emesso un avviso di accertamento di rettifica del reddito per 77 milioni di lire. La Ctc della Lombardia nel 2011 aveva ritenuto corretta la rideterminazione del reddito presunto perché «la natura dell’attività del maestro, la sua conquistata fama internazionale e la richiesta internazionale delle sue prestazioni possono bene costituire appropriati elementi di giudizio per la definizione di un adeguato indice di capacità contributiva».

La Cassazione, accogliendo il ricorso della difesa di Abbado, ha spiegato che l’elemento “indiziario” della fama del maestro andava «valutato unitamente ad altri elementi» che potessero far presumere che il contribuente «avesse effettivamente svolte attività ulteriori rispetto a quelle denunciate». La parola passa ora alla Ctr lombarda cui la Cassazione ha rinviato. Ma solo se gli eredi di Abbado, entro sei mesi, dovessero subentrare nel contenzioso. Perché altrimenti il processo si estinguerà e rivivrà l’atto impositivo da cui è scaturita la vicenda giudiziaria.

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