Adempimenti

Spesometro ancora in corto circuito

di Francesca Milano e Giovanni Parente

« Il servizio web è temporaneamente sospeso per manutenzione. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione. Ci scusiamo per l’inconveniente». Di ritorno dal fine settimana i professionisti che hanno cercato di trasmettere lo spesometro questa mattina si sono ritrovati davanti di nuovo la schermata fissa che annuncia da giorni il blocco del sistema. La scritta in bianco su sfondo blu campeggia ancora a tutto schermo nella sezione «Fatture e corrispettivi» dell’agenzia delle Entrate, ossia quella da cui chi non ha un proprio applicativo può trasmettere i dati della fattura elettronica, delle liquidazioni Iva e delle fatture emesse e ricevute. Il servizio telematico risulta ancora fuori uso questa mattina, e si attende ancora una soluzione da parte delle Entrate.

Intanto su Twitter monta la protesta dei professionisti che postano la foto della schermata blu del sito dell’Agenzia. A pochi giorni dalla scadenza del 28 settembre per il primo invio dello spesometro semestrale, i professionisti e gli intermediari abilitati devono quindi fare i conti con il blocco del canale di comunicazione web. Blocco che, invece, non ha riguardato i software gestionali utilizzati dagli studi.

Alla luce del disservizio, il presidente dell’Int (Istituto nazionale tributaristi), Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera al ministero dell’Economia e all’agenzia delle Entrate per chiedere «la non applicazione delle sanzioni relativamente all’invio dei dati relativi al 1° semestre 2017, in scadenza il prossimo 28 settembre, o un ulteriore slittamento della scadenza». Alemanno ha però anche voluto evidenziare che l’utilizzo dei sistemi informatici per l’invio di un numero così importante di dati dovrebbe essere preceduto da un periodo di prova. «Si comprendono - spiega - le difficoltà collegate a un adempimento così imponente per numero di dati e utenti, ma in previsione di ulteriori utilizzi dei sistemi informatici per invio dati e documenti, quale la fattura elettronica tra privati, sarebbe opportuno un periodo di prova che coinvolgesse le rappresentanze degli intermediari fiscali, noi come sempre se interpellati, siamo a disposizione per ogni possibile collaborazione costruttiva che possa contribuire ad evitare tensioni e ritardi a contribuenti, intermediari fiscali e Pa».

La sospensione e la manutenzione (per cui non si dispone ancora di un termine di riattivazione) arrivano dopo le segnalazioni arrivate nei giorni scorsi da alcuni professionisti. Segnalazioni che hanno posto un problema di privacy nell’accesso ai dati. Da un lato, infatti, c’è chi ha notato che, una volta inserite le credenziali Entratel, si poteva accedere digitando il codice fiscale di un contribuente a tutti dati del suo spesometro, delle sue liquidazioni Iva. Ma non solo, perché se il codice fiscale “apparteneva” a un intermediario era possibile prendere visione anche dei dati relativi agli assistiti. Anche se, in caso di eventuale modifica, comunque scattava un alert al titolare delle informazioni. Dall’altro lato, qualche professionista aveva notato che inserendo per errore una cifra sbagliata del codice della ricevuta di invio si poteva comunque visualizzare il dettaglio dati altrui.

Sulla situazione i vertici dell’Agenzia hanno da subito acceso un faro per approfondire e risolvere l’anomalia. E si è aperto un canale comunicativo con il Garante della privacy, che ha chiesto una relazione su quanto accaduto. Da un punto di vista operativo, questo ha richiesto un’immediata reattività anche a Sogei (il partner tecnologico del Fisco) che ha proceduto all’intervento di manutenzione. Intervento che servirà anche a garantire una maggiore tenuta del sistema in vista della scadenza del 28 settembre e di un prevedibile rush finale nella trasmissione. Complessivamente, infatti, tra tutti i canali di comunicazione dovrebbero arrivare nei database del Fisco 19,5 miliardi di informazioni.

Nonostante il canale web non sia quello su cui ha viaggiato e viaggerà la maggioranza delle trasmissioni dello spesometro (gli studi in larga parte hanno acquistato software per gestire l’adempimento), il blocco ha ulteriormente esasperato i professionisti. Il problema è che l’adempimento - oggetto di ben quattro tra proroghe e ritocchi e da cui la manovra 2017 si attendeva circa 2 miliardi di recupero di gettito - ha rappresentato un aggravio del lavoro di studio e si è trasformato in una corsa a ostacoli su cui anche l’Agenzia è dovuta man mano correre ai ripari: basti pensare alle Faq aggiornate di continuo per cercare di rispondere ai dubbi operativi.

Proprio per le difficoltà operative, oltre a chiedere un congelamento delle sanzioni per i primi invii (che potrebbe arrivare con una norma ad hoc), da settimane i commercialisti hanno invocato più tempo rispetto alla scadenza (prorogata) del 28 settembre e quindi ben prima del blocco di ieri. Come spiega il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec) Massimo Miani «è un adempimento che fin dall’inizio avevamo detto avrebbe comportato problemi». Ora, continua Miani, «la misura è colma: è necessario un minimo di rispetto per le professioni che fanno da intermediari tra Fisco e contribuenti». Una dura presa di posizione quella del presidente del Cndcec, secondo cui «non si possono più accettare queste condizioni di lavoro». E, conclude Miani, «ci dicano chiaramente quali sono i problemi e quando ripristineranno il canale e ci dicano qualcosa di più concreto sull’esonero da sanzioni».

Sul fronte dei sindacati, Marco Cuchel, presidente dell’Anc, parla di «situazione gravissima» e annuncia una richiesta ufficiale di «spostamento dei termini immediato e congruo per i disservizi verificatisi, altrimenti valuteremo l’indizione di uno sciopero»

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