Imposte

Ristori alle discoteche: mille non riapriranno

Istituito il fondo per il rilancio delle attività economiche con una dotazione di 200 milioni di euro per il 2022

di Annarita D'Ambrosio

Si incrementa di 20 milioni di euro per il 2022 il fondo per il sostegno alle attività economiche chiuse causa Covid, istituito nello stato di previsione del ministero dello Sviluppo economico dall’articolo 2 del Dl 73/2021, convertito dalla legge 106/2021. Fondi di cui beneficeranno in particolare discoteche e sale di ballo, attività chiuse da poco meno di 24 mesi e di cui l’articolo 1 del Sostegni ter (4/2022) si prefigge di favorire la continuità. Viene disposta:

1. la sospensione dei termini dei versamenti scaduti nel mese di gennaio 2022 riguardanti l’Iva relativa al mese di dicembre 2021;

2. le ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati operate nel mese di dicembre 2021, anche in relazione alle operazioni di conguaglio 2021;

3. le trattenute relative all’addizionale regionale e comunale all’Irpef, operate in qualità di sostituti d’imposta, relative ai conguagli effettuati nel mese di dicembre 2021 per cessazione dei rapporti di lavoro dipendente e assimilati.

Destinati a riaprire i battenti l’11 febbraio, con modalità ancora non chiarite, i locali di pubblico spettacolo, le discoteche e le sale da ballohanno subito conseguenze pesantissime. Su tremila aziende operanti in Italia hanno chiuso i battenti in mille, aziende complesse con in media 50 dipendenti, 10mila euro al mese di spese di locazione, altrettanti di costi fissi di gestione. «Siamo molto delusi perchè c’è stata una discriminazione evidente nei nostri confronti» ci dice il presidente di Assointrattenimento Confindustria Luciano Zanchi che riferisce di ristori che non hanno tenuto in debito conto le dinamiche del settore. In una lettera al Governo, Zanchi aveva sollecitato nel breve termine un contributo a fondo perduto per risarcimento del danno provocato dalla chiusura, facilitazioni nell’accesso al credito bancario, esonero temporaneo da tasse e imposte, crediti di imposta sulle locazioni e affitti d’azienda e aiuti per l’occupazione.

Accanto a chi le serrande le ha abbassate del tutto, il decreto 4/2002, si rivolge anche a chi è rimasto aperto ma è in sofferenza. L’articolo 2 al comma 1 istituisce il «Fondo per il rilancio delle attività economiche», con una dotazione di 200 milioni di euro per il 2022, finalizzato alla concessione di aiuti in forma di contributo a fondo perduto a favore di precise attività individuate da codici Ateco. Tra le altre, negozi di abbigliamento, calzature, cosmetici, profumeria ed erboristeria. Il comma 2 dispone che per accedere al fondo le imprese devono presentare un ammontare di ricavi riferito al 2019 non superiore a 2 milioni di euro e aver subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019. Il successivo articolo 3, al comma 1 incrementa di 20 milioni di euro, per il 2022, la dotazione del Fondo per il sostegno ai parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici, al comma due va in aiuto ai settori wedding, intrattenimento e Hotellerie-Restaurant-Catering. Ampliata la platea di beneficiari degli aiuti già previsti dall’articolo 1-ter del Dl 73/2021 convertito, con modificazioni, dalla legge 106/2021 e stanziati ulteriori 40 milioni di euro per l’anno 2022 per le imprese che svolgono organizzazione di feste e cerimonie, catering, bar caffè, gestione delle piscine, che, nell’anno 2021, hanno subìto una riduzione dei ricavi non inferiore al 40% rispetto ai ricavi del 2019.

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