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Nuovi frontalieri, la Svizzera tratterrà l’80% dell’imposta alla fonte

Il regime scatterà dopo l’entrata in vigore della Convenzione. Per i vecchi lavoratori previsto un sistema transitorio

di Roberto Bianchi

Nella seduta dell’11 agosto il Consiglio federale elvetico ha adottato il messaggio afferente il nuovo accordo tra Italia e Svizzera sull’imposizione dei lavoratori frontalieri, siglato dalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (Daniela Stoffel) e dal viceministro italiano dell’Economia e delle finanze (Antonio Misiani) il 23 dicembre 2020.
Impostato e formalizzato nel 2015, l’accordo è stato parzialmente affinato nel tempo, considerata l’impossibilità di sottoscrivere il testo così come formatosi nel corso delle consultazioni preliminari in quanto concrete resistenze erano state espresse, in modo particolarmente incisivo, dai Comuni italiani di confine e dalle organizzazioni sindacali.

Il Consiglio federale elvetico ha evidenziato come la crisi di Governo italiano, manifestatasi all’inizio di quest’anno, ha confermato la bontà della scelta di addivenire alla firma dell’accordo antecedentemente alla fine del 2020 in quanto, in caso contrario, la sottoscrizione di tale intesa sarebbe stata verosimilmente posticipata per molto tempo.

L’accordo, dopo anni di negoziati, arricchisce in modo significativo la vigente regolamentazione dell’imposizione dei lavoratori frontalieri e contribuisce a preservare le buone relazioni bilaterali in essere tra le due nazioni: in questi termini si è espressa la nota diffusa da Berna, dopo sette mesi di silenzio da entrambe le parti, attraverso la quale il Governo della Confederazione ha manifestato il proprio assenso all’accordo tra Italia e Svizzera sottoscritto a Roma a dicembre 2020.

Un via libera istituzionale che ha posto il nostro Paese nella condizione di doversi necessariamente attivare, tenuta in debita considerazione la circostanza che il nuovo accordo - ininfluente per gli attuali frontalieri - dovrà essere ratificato anche dalla Camera e dal Senato.

Grazie all’intesa del 23 dicembre 2020 la Svizzera tratterrà l’80% dell’imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno in Svizzera i quali verranno tassati in via ordinaria anche in Italia, eliminando il pericolo della doppia imposizione mediante il protocollo che modifica la Convenzione.

Vengono considerati nuovi lavoratori frontalieri i contribuenti che faranno il loro ingresso nel mercato del lavoro transfrontaliero successivamente all’entrata in vigore del nuovo accordo, mentre per contribuenti che lavorano o hanno operato nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino o del Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del nuovo accordo, troverà applicazione uno specifico regime transitorio. Questa categoria di lavoratori frontalieri continuerà infatti a essere tassata esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai comuni italiani di confine, fino all’anno fiscale 2033, una compensazione finanziaria del 40% dell’imposta alla fonte prelevata nella Confederazione elvetica.

Sempre secondo l’accordo, in futuro, la definizione di «lavoratore frontaliere» includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Tale nuova definizione troverà applicazione per tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall’entrata in vigore dell’accordo.

L’intesa contiene, inoltre, una disposizione finalizzata a contrastare i potenziali casi di abuso in relazione allo status di «attuale frontaliere».

Il messaggio indica, infine, che l’intesa verrà sottoposta a riesame ogni cinque anni mentre una clausola specifica dispone che vengano previste consultazioni ed eventuali adeguamenti periodici in riferimento all’esercizio del lavoro a distanza (telelavoro).